Regione, nuovo capostaff per De Luca Fuori Alfieri, dentro Cesario. Ironia grillina: «Dal re delle fritture al re delle poltrone»

Vincenzo De Luca, Governatore della Regione Campania

Di sicuro il funambolismo è un’arte che non gli fa difetto. Dalla Dc, alla Margherita, scivolando nel Pd per poi tornare alla corte di Francesco Rutelli (ma stavolta) sotto la bandiera di Alleanza per l’Italia. Sino al salto carpiato tra le braccia del centrodestra, che non gli frutterà lo sperato scranno alla Camera dei Deputati (Politiche 2013), e il ritorno alle più moderate posizioni dell’Udc. Concludendo con una vicinanza assai stretta al Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Bruno Cesario, avvocato con natali porticesi, è un trasformista politico. Uno che nell’armadio ha un abito buono per ogni stagione. E sa come sfoggiarlo. La sua arte, nella giornata di ieri, gli è valsa un’altra poltrona. Importante pure questa, al pari della carica di sottosegretario al Ministero dell’Economia di cui venne investito nel maggio 2011 nel IV Governo Berlusconi. Lo ‘sceriffo’ di Salerno l’ha nominato suo capostaff, lasciandogli ereditare il testimone da quel Franco Alfieri ormai noto alle cronache che «l’uomo delle fritture». Alfieri è in corsa come candidato del Pd nel Cilento, e l’impegno della campagna elettorale non è compatibile con l’attuale incarico. E, allora, ecco Bruno Cesario, approdato alla corte di De Luca nelle regionali del 2015, quando si candidò al Consiglio regionale nelle liste del Governatore senza però venire eletto. Esce Alfieri, dentro Cesario. Accomunati entrambi dalla capacità di portarsi dietro fiumi di polemiche.

I 5Stelle attaccano: «Dal re delle fritture al re delle poltrone»
La nomina dell’avvocato, infatti, è stata subito presa di mira dal Movimento Cinque Stelle. «Da De Mita a De Luca, passando per Scilipoti e Berlusconi. Se c’era bisogno di un voltagabbana professionista alla corte di De Luca, non poteva essere individuato personaggio migliore di Bruno Cesario. Degno erede di Franco Alfieri, che vanta il singolare primato di aver affossato l’agricoltura in Campania da delegato regionale nel settore, Cesario è ricordato per aver tenuto in piedi il quarto Governo Berlusconi, sebbene fosse stato eletto nelle fila del centrosinistra. E il generoso premier, nella sua magnanimità, non mancò di ricompensarlo, nominandolo sottosegretario all’Economia», sottolinea in una nota Così il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle.«Demitiano, rutelliano, piddino, scilipotiano, berlusconiano, fondatore di quel grottesco gruppo denominato dei “responsabili”, la coerenza di Cesario – sottolinea Valeria Ciarambino – venne maldigerita dagli elettori, che lo bocciarono alle urne nel 2013, quando tentò una nuova scalata al Parlamento sotto le insegne del Popolo della Libertà. Bocciatura che si ripeterà due anni più tardi. Folgorato sulla via di Nusco, il figliol prodigo Cesario se ne era tornato alla corte del suo primo mentore De Mita che lo convinse a tentare la corsa alle regionali con l’Udc e a contribuire alla volata di De Luca a Palazzo Santa Lucia. Fallendo miseramente l’obiettivo di uno scranno in Consiglio. Ma il tempo è galantuomo anche per uomini come Cesario, oggi che il re delle poltrone ha preso degnamente il posto del signore delle fritture di pesce».

Manuela Galletta

mercoledì, 7 Febbraio 2018 - 15:00
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