Narcotraffico, nuovi schiavi e prostitute Come la mafia nigeriana ha invaso l’Italia spodestando le vecchie cosche criminali

Dia
di Giancarlo Maria Palombi

Narcotraffico, tratta degli esseri umani, prostituzione.  Sono le attività principali dei gruppi criminali nigeriani e del centro Africa presenti in Italia, gruppi che – secondo l’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia – continuano a «distinguersi per le modalità particolarmente aggressive» con le quali portano avanti i propri affari. Il loro radicamento in Italia è emerso nel corso di diverse inchieste, che hanno confermato «la natura mafiosa» della consorteria, ribadita da diverse sentenze. Il gruppo più forte e pericoloso resta il “Black Axe”, «il cui vincolo associativo – sottolineano gli analisti della Dia – viene esaltato da una forte componente mistico-religiosa»: nato a Benin City negli anni ’70, da noi risulta attivo per lo più a Torino, Novara, Alessandria, Verona, Bologna, Roma, Napoli e Palermo. L’ammissione all’organizzazione è subordinata a un rito di affiliazione, cui segue l’assunzione di ruoli ben definiti: il potere di azione degli appartenenti non si limita all’Italia ma può arrivare anche in Nigeria, grazie ai forti contatti con l’organizzazione “madre”. Caratteristica del gruppo, è la «struttura reticolare distribuita su tutto il mondo»: gli stupefacenti, stoccati nei laboratori dei Paesi centroafricani, raggiungono l’Italia attraverso varie direttrici, sia per via aerea che marittima o terrestre. Con questa rotta, i narcotrafficanti sfruttano, di fatto, i canali già utilizzati in passato per il contrabbando di armi, avorio e pietre preziose. Altrettanto articolate e connotate da particolare violenza sono la gestione della tratta di persone e la prostituzione recenti inchieste hanno documentato, ad esempio, come giovani donne, anche minorenni – attirate con la falsa promessa di un lavoro in Europa – vengano concentrate in Libia, sottoposte a violenze e stupri e fatte partire per le nostre coste. Spesso per vincolarle al pagamento del debito contratto per il viaggio sono sottoposte a riti voodo con minacce di morte per chi tenta di affrancarsi e le rispettive famiglie. Gruppi nigeriani sono risultati attivi anche nel trasporto verso il nord Europa – via Ventimiglia – di profughi e clandestini provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dal Sudan e dall’Eritrea: in Sicilia, Calabria e Campania in genere, come gli altri gruppi di matrice etnica, operano tendenzialmente con il beneplacito delle mafie storiche mentre in altre zone dimostrano una maggiore autonomia che sfocia anche in forme di collaborazione quasi alla ‘pari’. Forte resta la capacità di interagire con le organizzazioni di riferimento nei Paesi d’origine e con cartelli multinazionali, dei quali rappresentano, nella maggior parte dei casi, «delle cellule operative distaccate, funzionali alla realizzazione degli illeciti».

 

mercoledì, 14 Febbraio 2018 - 22:38
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