Tre napoletani scomparsi in Messico Autorità locali confermano: «Altri 3 poliziotti sono ricercati»

I tre napoletani scomparsi in Messico

Napoletani scomparsi in Messico, arrivano nuovi sviluppi. Secondo quanto si apprende dalle autorità messicane tre agenti di polizia, presumibilmente coinvolti nella scomparsa di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, sono ricercati dalle autorità locali. L’annuncio è arrivato ieri sera direttamente dalla procura della Repubblica del Messico. Altri quattro agenti, tra cui una donna, sono già stati arrestati per aver causato la scomparsa dei tre italiani il 31 gennaio scorso. Questi agenti «hanno confessato di avere consegnato (gli italiani) a membri del crimine organizzato di Tecalitlan», ha spiegato il procuratore di questo Stato, Raul Sanchez. I quattro poliziotti, che non avevano denunciato l’arresto degli italiani, sono accusati di «sparizione forzata di persone» e rischiano tra i 40 e i 60 anni di carcere. «Ci sono altri poliziotti coinvolti come pure altri cittadini», ha detto aggiunto il segretario del governo di Jalisco, Roberto López. Secondo le autorità locali, i tre italiani erano in Messico per vendere generatori e utensili elettrici. Francesco Russo, figlio di Raffaele Russo, aveva dichiarato alla stampa che i connazionali erano stati venduti per 43 euro. Le ricerche dei tre napoletani, originari delle Case Nuove, si sono estese anche in stati limitrofi. Nelle scorse ore sul caso è intervenuto anche l’arcivescovo di Gudalajara Jose Fancisco Robles Ortega. «La detenzione preventiva degli agenti dimostra i sospetti che molti cittadini hanno circa le forze di polizia di essere colluse con il crimine – ha detto Robles Ortega – c’è sempre stata una voce o sfiducia nei confronti della comunità in generale nei confronti della polizia. E’ molto triste vedere persone che vivono in uno spirito di sfiducia nei di chi dovrebbe offrire sicurezza, garanzia istituzionale e la pace».

Daga

martedì, 27 Febbraio 2018 - 12:01
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