All’alba di oggi, personale della Squadra Mobile della Questura di Napoli, del Servizio Centrale Operativo e militari del Gioco del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali (di cui 13 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) emessa, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dal Tribunale di Napoli – Sezione GIP – Ufficio 26°, nei confronti di altrettanti soggetti responsabili a, diverso titolo, di vari reati tra cui associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, favoreggiamento ed estorsioni, con condotte accertate nel periodo dal 2012 al 2014. L’ordinanza in questione è stata emessa dal GIP all’esito della rivalutazione dell’intero materiale probatorio raccolto in fase di indagine e riproposto con nuova richiesta dalla Procura della Repubblica, dopo l’annullamento della precedente misura – Sezione GIP Ufficio 18°, eseguita il 6 giugno 2017 – nei confronti di 27 soggetti, per i medesimi reati. L’attuale provvedimento scaturisce dalla confluenza in un unico procedimento penale di più filoni di indagine, condotti distintamente dai citati organismi di polizia giudiziaria sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, grazie ai quali è stato possibile accertare le responsabilità di capi, promotori e sodali delle associazioni camorristiche Di Lauro e Vinella Grassi, attive nei quartieri di Secondigliano e Scampia, delle quali sono stati ricostruiti gli interessi criminali, con particolare riferimento ad un vasto traffico di sostanze stupefacenti, per lo più hashish e cocaina, che vedeva coinvolte figure di vertice dei citati clan, in affari tra loro e con altre consorterie tra cui, in particolare, i Marfella-Pesce di Pianura. Tra gli elementi apicali delle richiamate consorterie attinti dalla misura cautelare eseguita, si segnala Salvatore Di Lauro (cl. 1988) detto “terremoto”, uno dei figli del famoso boss Paolo (alias “Ciruzzo o milionario”). Oltre all’ingente business del traffico di stupefacenti descritto, è stato accertato anche un ampio giro di furti di auto e conseguenti estorsioni attraverso la tecnica cd del cavallo di ritorno. Le indagini hanno censito l’operatività dei clan a partire dal 2012, epoca in cui, dopo la definitiva scissione dai Di Lauro, avvenuta nel 2007, il gruppo della Vinella Grassi si era nel tempo affermato sempre più sugli scenari di Secondigliano e Scampia, stringendo alleanze con i Marino e Leonardi e dando vita allo scontro armato con gli Abete-Abbinante-Notturno, meglio noto come “terza faida di Scampia”. Grazie a meticolose attività investigative, finalizzate altresì a riscontrare convergenti dichiarazioni collaborative rilasciate sull’accaduto, si è potuto accertare, nell’ambito della citata faida, il coinvolgimento in un tentativo di omicidio anche di Claudio Auricchio, finanziere “infedele” con il grado di appuntato scelto, allora in forza al Gruppo Pronto Impiego di Napoli e attualmente sospeso dal servizio. In tale contesto, oltre a figurare tra i soggetti più vicini ad Antonio Mennetta durante il suo periodo di latitanza, è emerso il suo diretto coinvolgimento proprio nel traffico di sostanze stupefacenti gestito dall’organizzazione della Vanella Grassi, intessendo, tra l’altro, diretti rapporti anche con figure apicali della consorteria Di Lauro.
Daga
mercoledì, 28 Febbraio 2018 - 11:28
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