Sequestrati i manifesti funebri di Renzi Notte in caserma per gli attivisti Si Cobas «La nostra satira ha scatenato il putiferio»

Il manifesto preparato dal Si Cobas
di Danio Gaeta

Notte in caserma per tre attivisti del Si Cobas di Pomigliano d’Arco. I ragazzi ieri notte, sfidando il gelo e la pioggia, erano scesi in strada per affiggere i manifesti con i quali annunciavano la morte dell’ex premier Matteo Renzi. Ad attenderli, però, c’erano i carabinieri. I militari dell’Arma, nei pressi della villa comunale di Pomigliano d’Arco, hanno individuato gli attivisti del Si Cobas e li hanno bloccati mentre, colla e scopa in mano, stavano affiggendo i manifesti mortuari con tanto di Renzi adagiato in una bara. I militari hanno sequestrato 3 manifesti in bianco e 3 già intrisi di colla. I tre attivisti, invece, sono stati condotti in caserma e segnalati in procura. L’ipotesi di reato è quella di diffamazione nei confronti di una personalità dello Stato, tuttavia spetterà all’autorità giudiziaria decidere in che modo procedere. La diffamazione, infatti, è un reato a querela di parte, dunque dovrebbe essere il segretario del Pd Matteo Renzi a sporgere direttamente querela. Si vedrà. Quello che è certo è che i militari hanno inviato anche comunicazione al Comune per i provvedimenti amministrativi relativi alle affissioni abusive. «Abbiamo utilizzato una foto satirica pubblicata a Grosseto dal sindaco Vivarelli che riproduce Matteo Renzi in una bara, che stranamente non ha avuto la risonanza che sta avendo adesso – hanno detto dal Si Cobas – la riproduzione che ne abbiamo fatto è apparsa in un manifesto più grande dove vi erano anche le foto di tanti operai morti sul lavoro o suicidi per le condizioni pessime che vivevano, compresi i due nostri compagni dello stabilimento di Nola, ma è stata ripresa la sola foto di Renzi». Gli attivisti del sindacato si sono difesi invocando, così come avvenuto in passato con Marchionne e di recente con Sgarbi, il diritto di satira politica.  «Chiaramente “la morte” di Renzi era elettorale, prevedendo la grande batosta che il Pd prenderà domenica nelle urne. La nostra satira ha scatenato il putiferio. Viviamo con quattro soldi al mese, consumati da un lavoro a ritmi impossibili, senza certezze per il futuro, falcidiati da incidenti “sul lavoro”, non andremo più in pensione, è di questi giorni il calendario delle fermate degli stabilimenti Fiat che ci fa capire che il futuro sarà peggio del presente, mentre invece quello degli azionisti è roseo visti i profitti miliardari che hanno realizzato sul nostro lavoro in questi anni», hanno aggiunto dal Si Cobas.

giovedì, 1 Marzo 2018 - 12:05
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