Vigilante ucciso all’esterno della Metro Pianto dei tre minori davanti al giudice: «Avevamo paura che ci riconoscesse»

Francesco Della Corte

Un lungo pianto, poi la richiesta di perdono e infine una nuova versione dei fatti. A 72 ore dal loro arresto, i tre minori coinvolti nell’omicidio di Francesco Della Corte, 51enne vigilante di Marano, sono comparsi davanti al gip del tribunale dei Minori di Napoli che ha convalidato i fermi. I tre sono stati arrestati venerdì sera dai poliziotti che sono riusciti ad incastrarli grazie alle immagini di una telecamere e da intercettazioni telefoniche mirate. I tre hanno confessato già davanti agli agenti e lo hanno fatto anche questa mattina davanti al giudice. Solo uno dei tre, considerato il capo del gruppetto, ha parzialmente cambiato la versione resa 48 ore prima. In un primo momento aveva detto, con suo padre presente, di essere stato lui a ideare il tutto, lui a prendere un piede di legno di un tavolo trovato in un bidone della spazzatura e a colpire alla testa il 51enne che aveva appena finito il suo turno di lavoro alla metro. In mattinata, però, sentito dal gip ha parzialmente modificato il suo racconto. Il minore ha spiegato, in presenza del suo avvocato: «Anche loro erano d’accordo con me. Io e K. abbiamo preso due bastoni e li abbiamo scagliati contro la guardia giurata. Io l’ho colpito tre volte e K. lo ha colpito due volte. L’altro nostro amico, C., era più distante e non ha partecipato all’aggressione anche se era d’accordo con noi». Ha colpito forte perché non voleva più farlo rialzare da terra: «Temevo che poi dopo mi riconoscesse e allora non abbiamo preso la pistola che aveva nello zaino perché abbiamo visto il sangue e ci siamo spaventati». Stessa versione, identica, è stata raccontato da K, 17 anni e da C., 16 anni, che sognava di fare il calciatore. Il giudice ha convalidato il fermo e il trasferimento in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.

lunedì, 19 Marzo 2018 - 17:56
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