Fratelli Saltalamacchia accoltellati, convalidati i fermi: i due indagati in cella Tra gli accusati un ex terzino del Napoli

Massimo Russo, l'ex terzino del Napoli
di Danio Gaeta

C’è stata una lite, un’aggressione a colpi di coltello e poi i fermi. Gli agenti di polizia della questura di Napoli, in poche ore, hanno chiuso il caso del ferimento dei fratelli Carmine e Gennaro Saltalamacchia, rispettivamente di 24 e 23 anni, entrambi residenti nella zona di via Arte della Lana e nipoti del ras detenuto Eduardo Saltalamacchia. La camorra non c’entra. Alla base del ferimento, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ci sarebbe una lite avvenuta nei pressi di un centro estetico di via Miaroballo al Pendino. A finire in carcere, con l’accusa di tentato omicidio sono stati Giovanni Russo, classe 1966 e Massimo Russo, classe 1981, zio e nipote residenti nel centro storico di Napoli. Quest’ultimo ex terzino sinistro del Napoli calcio. Questo pomeriggio il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha convalidato i fermi, disponendo nei confronti degli indagati un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

La ricostruzione della polizia
Poco dopo le 15.45 di lunedì gli agenti di polizia della Questura di Napoli sono intervenuti nella zona di via Miroballo al Pendino per la segnalazione di due persone ferite a coltellate in strada. Mentre la pattuglia Nibbio 7 si è recata sul posto per effettuare i primi accertamenti, gli agenti della Volante 7 si sono recati al Loreto Mare dove i due fratelli Saltalamacchia erano stati ricoverati in gravissime condizioni. La prima svolta alle indagini è arrivata quando uno dei due fratelli, pochi minuti prima di essere trasferito all’ospedale San Giovanni Bosco per essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico, è riuscito a pronunciare una breve frase ascoltata dagli investigatori: «E’ stato Giannino», ha detto il giovane. Le ricerche della polizia, dunque, si sono concentrate nella cerchia di conoscenti dei due ragazzi. Altre indicazioni, tuttavia, sono arrivate dal posto. Infatti gli agenti hanno ascoltato alcuni testimoni oculari e sono riusciti a risalire all’identità di Giovanni Russo e di Massimo Russo: entrambi coinvolti in una violenta lite con altre persone avvenuta a pochi passi dal centro estetico di proprietà della figlia di Giovanni Russo. A raccontare l’accaduto è stato proprio l’ex terzino sinistro del Napoli Massimo Russo, ascoltato in un primo momento come persona informata sui fatti. L’uomo ha dichiarato di aver parlato con Giovanni Russo e di aver appreso che poco prima aveva avuto una discussione molto accesa con un ragazzo del posto. Lo stesso Massimo Russo ha raccontato che, proprio mentre stava discutendo con Giovanni (suo zio), è arrivato un gruppetto composto da 3 ragazzi e da una donna di circa cinquant’anni di età. E’ a quel punto, spiega Massimo Russo, che sarebbe scoppiata una lite furibonda a cui si sarebbero aggiunte altre 7/8 persone. «Io ho provato a difendere mio zio», ha raccontato il giovane agli agenti di polizia. Lo stesso, però, ha poi detto che, nelle concitate fasi della lite, di essere stato chiuso all’interno del bagno del centro estetico e di non aver visto più nulla. I poliziotti hanno eseuguito anche una perquisizione a casa di Giovanni Russo (non hanno trovato nulla) e poi hanno prelevato – ieri mattina – i filmati delle telecamere della videosorveglianza presenti in zona che avrebbero ripreso le fasi dell’aggressione.

Il testimone chiave, i fermi
A raccontare la sua versione dei fatti alla polizia è stata anche la madre dei fratelli Saltalamacchia. La donna ha riferito di essere uscita in strada perché a conoscenza di una discussione tra i suoi figli e Giovanni Russo. Giunta sul posto – secondo il racconto della donna – avrebbe cercato di placare gli animi: «Siamo tutti dello stesso quartiere», ha detto la donna. A quanto pare, però, è stato tutto inutile. Giovanni e Carmine Russo, infatti, armati di coltello – secondo quanto la donna ha denunciato – avrebbero colpito i due fratelli Saltalamacchia al torace e all’addome «con una violenza inaudita». I due giovani sono stati trasferiti d’urgenza in ospedale dove ora stanno lottando tra la vita e la morte.

mercoledì, 28 Marzo 2018 - 18:29
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