L’assemblea nazionale saltata e rinviata a data da destinarsi, quella provinciale anche. Il Partito democratico sembra sul punto di implodere. A quasi due mesi dalle devastanti Politiche che hanno fatto sprofondare il Pd nel baratro del 14% dei consensi, il gruppo che fu di Matteo Renzi e che oggi è traghettato da Maurizio Martina vive il momento peggiore della sua storia. Il possibile accordo col Movimento 5Stelle, prima escluso con tutta la sua forza dal segretario dimissionario Matteo Renzi e ora scenario possibilista a seguito del ruolo di ‘cucitore’ delle diverse forze politiche affidato al presidente della Camera Roberto Fico, ha riaperto le ostilità all’interno dei ‘dem’. Sfociando non più nei botta e risposta a mezzo social, cui peraltro ci si era pure abituati, ma in una vera e propria faida interna che rischia di degenerare e di lacerare lo già sbrindellato partito. Da Nord a Sud, i renziani hanno lanciato su twitter l’hashtag #senzadime per commentare l’ipotesi di un dialogo tra il Pd e il M5s per dar vita a una maggioranza che faccia nascere un governo, arrivando – in qualche caso – a chiedere provocatoriamente un referendum tra gli iscritti e gli elettori sull’eventuale ‘patto’ coi grillini.
A Napoli va anche peggio. Il segretario provinciale Massimo Costa, eletto con una votazione più che contestata da una fetta dal partito tanto che si è arrivati in Tribunale, è stretto in un angolo e s’è inventato una sorta di ‘mandato esplorativo’ affidato all’orlandiano Marco Sarracino per provare a dialogare, e trovare un’intesa, con la parte del Pd che l’ha sempre messo in discussione (Nicola Oddati in testa e l’area ex Ds) e che da mesi fa ostruzionismo, annullando di fatto qualsiasi confronto e determinando l’ennesimo rinvio dell’assemblea provinciale che era fissata per la giornata di oggi. Inutile dirlo, nella base locale del partito c’è sconcerto. E malcontento. Anche perché la speranza diffusa era quella di riuscire a tornare uniti dopo la batosta elettorale. Ma la sconfitta, è evidente, nulla ha insegnato all’interno del Pd di Napoli. Né è servito da monito quanto accaduto pochi mesi all’ultima assemblea provinciale tenutasi a Ercolano, dove la rissa fu sfiorata: anche allora la pesante contestazione partì dall’ala di Nicola Oddati che non si rassegna alla nomina di Costa a segretario provinciale, carica alla quale aspirava lo stesso Oddati. Inutili pure i numerosi appelli all’unità rivolti da Costa ai componenti del partito, l’ultimo dei quali arrivato tramite Facebook proprio nella giornata di ieri, la giornata in cui, suo malgrado, Costa ha dovuto sventolare il fazzoletto bianco: «Mi rivolgo a tutta la nostra comunità, anche quella che ha scelto di sostenere una piattaforma congressuale differente dalla mia: costruiamo un percorso condiviso affinché il Pd Napoli esca dalla fase complicata dovuta a dinamiche locali e nazionali. In nome del pluralismo interno propongo di cominciare da una definizione programmatica comune, dai gruppi dirigenti, dalle figure di garanzia e, non ultima, dalla definizione della segreteria provinciale che ho intenzione di nominare nei prossimi giorni». La tensione si taglia a fette. E ora tocca a Marco Sarracino, portavoce dell’area orlandiana, provare a trovare un punto di incontro con Oddati e i suoi. Costa, dal canto suo, invoca una «gestione collegiale del partito» perché «i nostri elettori, il nostro campo politico, i nostri militanti, ci chiedono concordia e collaborazione e noi abbiamo il dovere di tornare – nel tempo più celere possibile – a rappresentare tutti quei pezzi di società che hanno deciso di voltarci le spalle».
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martedì, 24 Aprile 2018 - 19:27
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