Per i pm era al soldo di un malavitoso, domani il Riesame per il carabiniere detenuto per traffico di stupefacenti

Procura Napoli

L’udienza di Riesame è fissata per domattina. Lazzaro Cioffi, il carabiniere del nucleo investigativo di Castello di Cisterna in carcere dal 19 aprile con l’accusa di aver aiutato un malavitoso del Parco Verde segnalandogli blitz che sarebbero stati compiuti ai suoi danni, ha deciso di impugnare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ha deciso di contestare le pesanti risultanze investigative sulle quali poggia l’accusa di concorso nel traffico di droga con l’aggravante della matrice camorristici. In sede di interrogatorio di garanzia, Cioffi aveva provato a sminuire il suo rapporto con Pasquale Fucito, il malavitoso del Parco Verde che – su delega del boss detenuto Antonio Ciccarelli – avrebbe gestito lo spaccio di stupefacenti nel complesso di edilizia popolare di Caivano. In particolare il carabiniere aveva sostenuto che sua moglie e la moglie di Fucito fossero amiche, questo allo scopo di giustificare i numerosissimi contatti tra i due nuclei familiari. Tuttavia le spiegazioni offerte dal militare dell’Arma fanno a pugni con quanto emerso nel corso dell’inchiesta, elementi restituiti dalla viva voce dei protagonisti di questa amara storia. Cioffi era sotto intercettazione, così come lo era la moglie. E pure nella loro abitazione era stata sistemata una ‘cimice’. In tal modo è stato possibile delineare il quadro delle frequentazioni tra il militare e il malavitoso; le cene al ristorante delle due coppie; le occasioni in cui la moglie e la figlia di Cioffi facevano da babysitter al figlio piccolo di Fucito; il pranzo a casa di Cioffi con ospite speciale Fucito e consorte; l’insofferenza palese della moglie rispetto al dover frequentare la compagna di Fucito. Non solo: le intercettazioni hanno restituito anche il carabiniere impegnato a impedire una perquisizione a casa di un uomo del Parco Verde dove era parcheggiato del denaro di Fucito, tutto questo dopo che Fucito lo aveva pregato di intervenire in tal senso; le intercettazioni hanno restituito Cioffi impegnato a chiedere ai suoi colleghi (senza ottenere risposta) chi fosse la fonte confidenziale che aveva attivato l’operazione di perquisizione. Come se non bastasse a chiudere il cerchio dei sospetti e delle accuse sono arrivate le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Andrea Lollo e Nunzio Montesano: i pentiti hanno specificato che Cioffi avrebbe informato Fucito in più di un’occasione sui blitz che sarebbero stati compiuti ai suoi danni, evitandogli così in qualche occasioni incidenti di percorso. E’ uno scenario a tinte fosche, a causa del quale Cioffi è adesso in prigione. Domani il Riesame valuterà gli elementi a sostegno delle accuse e la congruità della misura cautelare in carcere con le contestazioni, sempre che il carabiniere (difeso dagli avvocati Bruno Cerbone e Saverio Campana) non decida di fare un passo indietro.

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domenica, 6 Maggio 2018 - 16:31
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