Napoli, incendio a Città della Scienza: chiesta in Appello la condanna a 6 anni
per l’ex vigilante

Città della Scienza distrutta dall'incendio (foto Kontrolab)

La condanna a sei anni di carcere inflitta in primo grado all’allora vigilante Paolo Cammarota per l’incendio che la sera del 4 marzo del 2013 distrusse Città della Scienza va confermata: sono le conclusioni del sostituto procuratore generale al processo di secondo grado che è cominciato stamattina davanti ai giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Napoli. Lungo il rinvio disposto dopo la requisitoria: si torna in aula il 12 novembre per le conclusioni dell’avvocato Giuseppe De Angelis, legale di Idis Città della Scienza che si è costituita parte civile. Il processo di primo grado si concluse il 2 dicembre del 2016 dinanzi al giudice per le indagini preliminari Maria Aschettino del Tribunale di Napoli. Cammarota, che scelse di essere giudicato col rito abbreviato, venne dichiarato colpevole dei reati di incendio e disastro (il rogo rischiò di concretizzarsi in un grave pericolo per chi abitava nell’area circostante). Secondo le conclusioni della procura (le indagini vennero coordinate dai pm Michele Del Prete e Ida Teresi), Cammarota appiccò il fuoco insieme ad altre persone rimaste senza volto e senza nome per ripicca. Per ritorsione verso un’azienda che minacciava di fare coriandoli di diversi contratti di lavoro. La notte dell’incendio Cammarota, in base alla ricostruzione accusatoria, avrebbe disattivato il sistema anti-incendio per assicurare una diffusa propagazione delle fiamme. Fiamme che furono appiccate contemporaneamente in sei diversi punti. Dal canto suo Cammarota, difeso dall’avvocato Luca Capasso, si è sempre professato innocente.

Manuela Galletta

lunedì, 7 Maggio 2018 - 22:23
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