Lo sconto di pena è arrivato anche per loro. Puntuale, prevedibile. Nella stessa giornata in cui i boss degli Amato-Pagano, gli scissionisti dei Di Lauro, hanno scansato l’ergastolo (rimediato in primo grado) per il duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, nell’aula accanto altri camorristi – stavolta schierati sul fronte della Vanella Grassi e dei Leonardi – si sono visti livellare verso il basso la precedente pena sugli omicidi dei fratelli Matuozzo perché hanno «ammesso l’addebito». Hanno cioè confessato in modo stringato la propria parte di responsabilità rispetto ai fatti contestati, facendo così scattare il semaforo verde alla concessione delle attenuanti generiche.
I malavitosi del cartello Vanella Grassi-Leonardi (i due clan fecero quadrato contro gli Abete-Abbinante-Notturno) che – nella giornata di venerdì – hanno visto la pena ridimensionata sono Ciro Castiello e Fabio Di Natale, accusati di aver partecipato all’omicidio di Antonio Matuozzo, ammazzato in strada il 20 agosto del 2013. Entrambi ammisero gli addebiti nel precedente processo che si definì con il rito abbreviato e furono condannati a 30 anni di carcere dal giudice per le indagini preliminari Nicola Quatrano del Tribunale di Napoli. Venerdì la condanna disposta dai giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli è stata di 20 anni sia per Di Natale (difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Rosario Arienzo) sia per Ciro Castiello (difeso dall’avvocato Giuseppe Ricciulli). Sconto di pena anche per Vincenzo De Simone (difeso dall’avvocato Antonella Genovino), che rispondeva dell’omicidio di Carlo Matuozzo, ammazzato poche ore prima di suo fratello: ha rimediato 20 anni contro i precedenti 30.
La pena comminata a tutti e tre gli imputati abbraccia anche il reato di associazione mafioso. Sono stati, infine, condannati i fratelli Alfredo e Giovanni Leonardi, ai quali è toccato un livellamento verso il basso della vecchia pena: Alfredo Leonardi ha rimediato 18 anni e 8 mesi ma in continuazione con un’altra sentenza di condanna risalente al 22 giugno del 2015; mentre 14 anni sono stati inflitti a Giovanni Leonardi.
I fratelli Matuozzo vennero uccisi a poche ore di distanza l’uno dall’altro il 20 agosto del 2013. Il primo a perdere la vita fu Carlo Matuozzo, attirato con l’inganno in casa dei Leonardi dove trovò ad attenderlo esponenti della Vanella Grassi che gli saltarono letteralmente addosso e gli tolsero la vita. Matuozzo fu accoltellato (la pistola che doveva essere usata per il delitto si inceppò) e poi sgozzato. Il corpo di Matuozzo, ad oggi, non è stato trovato. Antonio, invece, fu eliminato poche ore dopo a Secondigliano: alla sua esecuzione volle assistere Antonio Accurso in persona, poi divenuto pentito. I Matuozzo vennero assassinati perché avevano continuato a spacciare droga al parco La Quadra (posto sotto la competenza della Vanella Grassi) benché i ras avessero loro fatto divieto di continuare a condurre l’attività; il divieto era arrivato dopo che i Licciardi s’erano lamentati per la prossimità di quella piazza di spaccio con uno dei loro punti vendita.
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lunedì, 21 Maggio 2018 - 10:31
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