Rosa (il nome è di fantasia) aspetta già un bambino. Ha solo 12 anni. Ma sulle spalle porta il peso il di una brutta storia che oggi viene declinata sotto la voce di stupro di gruppo ed è sfociata, in questa fase iniziale delle indagini, in quattro avvisi di garanzia.
Siamo a Gragnano, paesone in provincia di Napoli. E’ qui che abita Rosa. Ed è da qui che è partita la denuncia che dato il via ad un’inchiesta delicata. Delicata soprattutto per via dell’età dei protagonisti. Quattro minorenni sono stati iscritti nel registro degli indagati: hanno tra i 14 e i 16 anni. E in più, si vocifera, che alcuni di essi da ambienti legati al clan D’Alessandro. Stabiesi tutti, gli indagati. E a Castellammare si sarebbe consumato lo stupro di gruppo di cui parla Rosa. Sarebbe accaduto tutto tre mesi fa, nella casa di uno dei ragazzini. La scusa della finta festa accampata per trascinare in trappola, lo stupro di gruppo. L’incubo. Il tentativo di andare avanti. Sino al mese scorso. Quando Rosa crolla e racconta tutto ai genitori. Vede il suo corpo cambiare, Rosa. C’è qualcosa che non va. E capisce di essere incinta. E’ la molla che la spinge a raccontare di aver subito una violenza di gruppo. La denuncia arriva poco dopo. E immediatamente partono le indagini affidate agli agenti del commissariato di Castellammare, che procedono cauti anche perché sino a quel momento c’è agli atti solo la dichiarazione della minorenne. E la legge chiede dei riscontri. I riscontri, gli agenti, vanno a cercarli tre giorni fa, in casa del ragazzino dove si sarebbe consumato lo stupro: bussano alla porta con in mano un decreto di perquisizione firmato dalla procura per i Minorenni di Napoli e iniziano a scavare. A cercare dei riscontro a quanto Rosa ha riferito di quella festa da incubo. Castellammare è un paesone, alla fine. Gragnano anche. E così la voce si sparge presto. Troppo presto. Anche perché Rosa non passa inosservata: incinta a soli 12 anni. La forza dell’inciucio di paese spinge la notizia sulla stampa. E le indagini adesso si fanno tutte in salita, perché è saltata la riservatezza mediatica che il caso avrebbe imposto vista la necessità di riannodare i fili di una vicenda delicata.
Dario Striano
e Manuela Galletta
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venerdì, 25 Maggio 2018 - 16:38
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