Ma come l’Italia non era un popolo di navigatori? Beh, con il passare degli anni, a quanto pare, questo detto sta perdendo di importanza. Sono cinquantamila i marittimi italiani senza imbarco. A cui si aggiungono 30 marittimi che ogni 2 giorni cercano un lavoro da Torre del Greco, Castellammare, Molfetta, Bari, Trapani. L’armatore Vincenzo Onorato, presidente di Mascalzone Latino, punta il dito contro la sua categoria: «Mi vergogno a farne parte, salvo solo poche eccezioni». Gli altri armatori, secondo quanto fa sapere, «imbarcano solo marittimi extracomunitari, lasciando a terra gli italiani». Eppure «per dare lavoro agli italiani c’è la defiscalizzazione totale». Esiste una legge, la numero 30 del 1998, stando alla quale, infatti è prevista questa misura. Nonostante questo, gli armatori puntano sui marittimi extracomunitari perché «costano meno». Come la legge sia stata aggirata, è lo stesso Onorato a spiegarlo: «Attraverso un accordo con la triplice sindacale che definire vergognoso è poco. Siamo al colmo dell’ipocrisia». Stando al verbale di accordo del febbraio 2003, che Onorato fornisce come ‘prova’ di quanto ha spiegato, la Confitarma concede un versamento di 190 euro per marittimo imbarcato comunitario ed extracomunitario proprio ai sindacati. «E’ una battaglia a difesa dell’occupazione degli italiani – dice Onorato – Nonostante la legge, proprio attraverso degli accordi sindacali, negli anni, gli armatori hanno aggirato l’ostacolo, assumendo extracomunitari che sono sottopagati». Onorato fa sapere di detenere un «primato negativo»: sulle sue navi ci sono «5mila marittimi italiani». «Se volessi diventare primo armatore in Italia – aggiunge – dovrei mandarli tutti via e prendere extracomunitari. Ma non ci sto, sono armatore di quarta generazione, con me lavorano oggi, figli di marittimi che lavoravano con mio padre, mio nonno. Non li mando a casa». E quando i suoi consulenti gli fanno notare che si potrebbe risparmiare, Onorato risponde loro: «Non mi interessa». Dal punto di vista politico, l’armatore, presidente della Moby spa, dice di aver trovato “apertura” da Cinque Stelle, Fratelli d’Italia e Lega. «Il Pd ci ha fatto una legge – racconta Onorato – il senatore del Pd Roberto Cociancich ha scritto un testo che è rimasto fermo due anni». L’emendamento al ddl 2228, legge europea 2015, limita i benefici fiscali del Registro internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari. Ad oggi, però, tale legge non ha ancora avuto l’ok definitivo. «Ci ha messo un anno per essere trasmessa dal Ministero dei Trasporti a quello dell’Economia – sottolinea Onorato – quando sembra che fosse tutto ok, è stata trasmessa in Europa e intanto stiamo aspettando da 3 anni». La legge in questione ha ricevuto la bocciatura di Confitarma, ma per Onorato«c’era da aspettarselo». «Gli armatori hanno ribattuto che avrebbero messo bandiere estere alle loro navi – conclude – dimenticano che se cambi bandiera, ma mantieni in Italia la tua organizzazione, devono pagare le tasse che non vogliono pagare. L’unica soluzione che hanno per evitare le tasse è imbarcare italiani».
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martedì, 29 Maggio 2018 - 09:09
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