Quanto sono brutti gli insulti, le minacce e gli attacchi gratuiti che girano sul Web. Tutto per manifestare con rabbia e violenza una propria visione politica. Potere dei social, si direbbe. Un potere usato male, è la vera definizione. E’ brutto, terribilmente brutto, leggere le minacce di morte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, o all’ex Capo della Stato Giorgio Napolitano. E’ altrettanto brutto leggere sulle pagine Facebook di un qualunque politico, messaggi lasciati da platee di ‘tifosi’ (passateci il termine) in cui vengono insultati i rivali del loro beniamino. E’ brutto, ma capita sempre più spesso. Poi, quando le forze dell’ordine intervengono e ‘l’odiatore’ pubblico viene sbattuto sui giornali arrivano le scuse: «Non volevo, sono stato capito male». Qualcuno ha anche imparato bene un concetto astratto: «Sono stato strumentalizzato». Come se scrivere «hanno ucciso il Mattarella sbagliato» lasci spazio a interpretazioni. Succede anche questo, purtroppo. E succede ogni giorno.
Ieri ad esempio Matteo Salvini, il ‘duro’ della Lega, il ministro dell’Interno, il vicepremier d’Italia, tra un post sugli immigrati e un hastag sul cambiamento ha recuperato un’intervista che il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha rilasciato a Radio Rtl qualche giorno fa. L’ex pubblico ministero, incalzato dalle domande in studio, ha ribadito come circa un anno fa vietò l’utilizzo di uno spazio nelle disponibilità del Comune di Napoli per un comizio del leader della Lega Matteo Salvini. Aggiungendo: «E’ una scelta che rifarei, a Napoli Salvini può venire ovunque, ma in quel luogo no». Nel corso dell’intervista il sindaco ha poi rivangato le Quattro Giornate di Napoli, la storia della città e ha detto anche altro. Fatti vecchi, insomma. Salvini, però, quell’intervista l’ha ripresa e l’ha sbattuta sulla sua pagina Fb ufficiale per annunciare: «Tornerò presto a Napoli per incontrare e ascoltare i cittadini, dando risposte soprattutto sui temi della sicurezza, della lotta alla camorra e all’immigrazione clandestina. Mi spiace che il sindaco dimostri scarso spirito democratico e preferisca l’insulto, solo per nascondere la sua incapacità amministrativa». Una sfida, questo sembra. O forse un modo per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Ciò che però si è scatenato tra i commenti del post che ha ottenuto oltre 3mila reazioni e circa 500 condivisioni, è assurdo. Odio, violenza e tanta ignoranza. E’ questa la sintesi di un dibattito politico che oggi è a un livello bassissimo. C’è chi ha detto a Salvini di dover «sputare in faccia a de Magistris», c’è chi ha detto che il sindaco di Napoli «fa trenini con 4 tossicodipendenti», e chi ha aggiunto ancora che l’ex pm «è amico dei centri sociali» (come se fosse un reato). «Incompetente», «imbecille» e «strafottente», sono degli elogi rispetto agli insulti pubblicati. Naturalmente tra chi commenta c’è chi non risparmia gli insulti a Napoli e ai napoletani sciorinando i soliti luoghi comuni che hanno anche un po’ stancato.
Insomma Napoli ha anche tanti problemi, ma ormai i napoletani ne sono ben consci. Così come i napoletani hanno imparato a conoscere tutti i limiti dell’amministrazione DeMa. ‘Tifare’ per il Governo del cambiamento non è un male, bisognerebbe, però, iniziare a cambiare i toni del dibattito. Quelli, purtroppo, sono rimasti gli stessi: volgari, esagerati e violenti. E non hanno colore o indicazione geografica. Intanto Matteo Salvini nei prossimi giorni sarà a Palma Campania, città vesuviana dove la presenza dei bengalesi è diventata opprimente per la popolazione locale. Il ministro dell’Interno ha risposto al grido d’allarme lanciato dall’imprenditore Placido De Martino che lo ha poi ringraziato. Speriamo che sia l’occasione per iniziare con questo ‘cambiamento’. Almeno nei toni.
sabato, 9 Giugno 2018 - 11:39
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