Un tempo era la Lega Nord, quella di ‘Roma ladrona’ e di Umberto Bossi. Un partito antagonista nato nel 1989 dall’unione di sei movimenti autonomisti regionali attivi nell’Italia settentrionale: Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemonte Autonomista, Union Ligure, Lega Emiliano-Romagnola e Alleanza Toscana. Era la Lega che parlava di Padania, di federalismo e, nelle sue falangi più estreme, di secessionismo Nord-Sud. Era la Lega del 10% nazionale e delle prime esperienze di governo. Il partito antagonista che diventava partito di potere: era la Lega del Carroccio. L’evoluzione, le scissioni, le crisi e poi il crollo alle Politiche del 2013. La svolta è stata rappresentata senza dubbio da Matteo Salvini, il primo leader politico del Carroccio che, pur mantenendo gli slogan classici della Lega, è riuscito ad esportarli per la prima volta in tutta Italia. Salvini è il ‘capitano’, così lo hanno chiamato i suoi fedelissimi: il duro che, grazie ad un uso imponente dei social network (è tra i politici con il maggior numero di follower) ha fatto conoscere i suoi messaggi un po’ a tutti. Immigrati, sicurezza, legittima difesa ma anche agricoltura, pesca e piccole e medie imprese. Messaggi arrivati anche al Sud, in quel Mezzogiorno orgoglioso che mai avrebbe pensato di barrare il simbolo della Lega sulla scheda elettorale. Oggi, però, non è più così. La dicitura ‘Nord’ dal simbolo della Lega è scomparso (straordinaria strategia di marketing politico) e tanti hanno deciso di aderire al movimento nato nelle lande della pianura padana. In Campania la Lega ha eletto tre parlamentari: Pina Castiello e Gianluca Cantalamessa alla Camera e Claudio Bartolomeo al Senato. Ma il risultato più sconvolgente è rappresentato dal boom di preferenze ottenute in alcuni collegi. Nella fascia costiera casertana, tra Sessa Aurunca e Castel Volturno, il partito di Salvini ha superato l’8 per cento. Risultato simile ha ottenuto anche a Battipaglia. Dati importanti confermati anche nelle elezioni comunali di giugno. Più dell’ 8% a Pontecagnano, poco più o poco meno del 5% ad Avellino, ad Afragola, a Boscoreale. Consiglieri eletti a Castellammare, a Boscoreale, ad Afragola, a Pellezzano, a Pontecagnano e un dato addirittura storico: l’adesione al partito del sindaco di San Giuseppe Vesuviano Vincenzo Catapano seguito da ben 10 consiglieri. A questo si aggiunge un percorso regionale con alcuni esponenti politici, tra cui Giampiero Zinzi, esponente di Fi di Caserta, a cui proprio non dispiacerebbe finire nella Lega. Nulla di ufficiale, ma il percorso verso le prossime elezioni regionali è iniziato. Che la Lega in Campania stia diventando una realtà politica importante è testimoniato anche dal pattuglione di simpatizzanti del Carroccio che partiranno per il raduno di Pontida. Saranno circa 250 i leghisti napoletani e campani che il primo luglio ascolteranno il comizio del ‘capitano’ Salvini. «Abbiamo partecipato al raduno – spiega Simona Sapignoli, segretario cittadino della Lega a Napoli – dal 2014 ma quest’anno ci saremo diversamente, con i nostri eletti al parlamento, con un nostro gazebo e un manifesto con le attività svolte negli ultimi 4 anni. Verranno a Pontida i nuovi aderenti, i nuovi eletti alle recenti amministrative, in tutto sono circa 250 persone che partono dalla Campania». «Abbiamo una politica molto diretta – chiarisce Sapignoli – non siamo razzisti nè xenofobi, nessuno di noi pensa che bisogna sparare su questa gente, ma vogliamo solo dignità per loro e per noi italiani». La Lega si organizza in Campania e, mentre lavora per essere presente a Pontida con una folta compagine, pensa già di organizzare un raduno nella regione dopo l’estate. In particolare a Salerno, roccaforte elettorale – guarda caso – del presidente della Regione (espressione del Partito democratico) Vincenzo De Luca. «L’idea – annuncia il vice coordinatore campano della Lega Mariano Falcone – è di tenere un raduno a Salerno per un fine settimana di avere qui da noi il ministro alle Politiche Agricole e Forestali Gian Marco Centinaio».
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sabato, 30 Giugno 2018 - 16:08
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