Torre Annunziata, droga per il clan Gallo Ex latitante condannato a 18 anni di galera Fu protagonista della faida con i Gionta

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di Dario Striano

Per la Direzione distrettuale antimafia di Napoli è «uno dei personaggi principali della faida di camorra tra i Gionta e i Gallo-Cavalieri», i cartelli criminali egemoni a Torre Annunziata, ieri pomeriggio Luigi Bollino è stato condannato, in primo grado, a 18 anni di carcere. Una vera e propria stangata quella decisa dai giudici del palazzo di giustizia oplontino (presidente Maria Laura Ciollaro) che, dopo 3 ore di camera di consiglio, hanno accolto le richieste del pubblico ministero della Dda partenopea, Sergio Ferrigno, condannando il ras del clan Gallo – e assolvendo l’altra persona alla sbarra, Luigi Savino «per non aver commesso il fatto». In attesa delle motivazioni della sentenza che saranno pubblicate tra 90 giorni, resta la dura requisitoria sostenuta, alla presenza dei parenti degli imputati, dal sostituto procuratore Ferrigno nell’aula Nitrato Izzo del tribunale di ‘trincea’ nella provincia a sud di Napoli. Per il pm «non vi è dubbio che in dibattimento siano emersi gli elementi di prova che certificano la partecipazione di Luigi Bollino al clan Gallo». Il 52enne però non era un affiliato qualunque, «bensì l’uomo di fiducia di Vincenzo Gallo, personaggio di spicco della criminalità organizzata torrese».  Ad «inchiodare» Luigi Bollino, le dichiarazioni dei pentiti ascoltati in aula durante il processo  – per il collegio giudicante – «lungo e complesso» e le numerose intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte dal pool di magistrati napoletani dal 2008 al 2010. Dai contenuti delle registrazioni messe agli atti del tribunale si evince anche il ruolo di primo piano che Luigi Bollino, detto ‘o studente, per anni latitante in Polonia, avrebbe ricoperto nel giro di droga a Torre Annunziata «perchè stipendiato dal clan». «Non vi è però – ha detto il pm Ferrigno – alcun riscontro sul traffico di droga internazionale inizialmente ipotizzato per Bollino. Pur se non importava la cocaina della Colombia, era comunque uno dei più pericolosi narcotrafficanti della zona».  Discorso diverso invece per Luigi Savino, anche lui alla sbarra per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti. Per il 46enne nel corso del procedimento penale «non sarebbero emersi elementi in grado di ricondurlo al clan», motivo per cui il sostituto procuratore ha chiesto e ottenuto per l’imputato l’assoluzione. Durante la sua requisitoria il pm Ferrigno ha anche ricostruito anche le dinamiche criminali di Torre Annunziata dal 2006 e 2008, raccontando i motivi della faida che lasciò in città una lunga scia di sangue. «Anni di guerriglia a causa della droga – ha concluso il pubblico ministero – A causa del controllo dello spaccio di stupefacenti sul territorio oltreché quello delle estorsioni».

giovedì, 5 Luglio 2018 - 19:03
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