Più della metà delle schede sono state scrutinate. Dopo lo spoglio di 5150 preferenze espresse nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio superiore della magistratura, si conferma la netta fuga in avanti di Piercamillo Davigo per il posto di giudice di legittimità. Sono 1650 i voti espressi per il giudice simbolo di “Mani pulite”. Loredana Miccichè lo segue a distanza, con 1270 voti; più indietro ancora Carmelo Celentano con 1090 preferenze. Chiude Rita Sanlorenzo con 970 voti. Schede bianche sono al momento 110 e le nulle 60.
In particolare saranno eletti due magistrati di Cassazione; quattro pubblici ministeri; dieci giudici di merito. Dal momento che il sistema elettorale è maggioritario puro con una lista unica nazionale per ciascuna delle tre categorie da eleggere, risulteranno eletti i magistrati che, in ciascuna lista, riportano il maggior numero di voti. La componente laica del Csm, otto membri in tutto, sarà invece scelta dal Parlamento che si riunirà in seduta comune il 19 luglio. E proprio in riferimento alle votazioni del Parlamento, il neo ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha lanciato una stoccata che vuole segnare un indirizzo preciso in fase di votazione: «Il governo precedente ha inaugurato una prassi, di portare al Consiglio superiore della magistratura membri del governo in carica. E’ una prassi spregiudicata per chi intende tutelare il confine, che deve essere netto, tra i poteri dello Stato», ha detto il Guardasigilli lasciando la commissione giustizia del Senato. Il riferimento è all’attuale vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, che era sottosegretario all’economia quando fu eletto tra i membri laici del Consiglio. «Sono stati fortunati perché Legnini è una persona seria. Ha lavorato benissimo, gli ho espresso il mio apprezzamento, sia personale sia da ministro» ha sottolineato Bonafede, precisando che si tratta solo di «un problema di rapporti tra governo e Csmı». «Anche su questo ci sarà discontinuità», ha assicurato Bonafede.
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mercoledì, 11 Luglio 2018 - 14:32
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