Slitta ancora la sentenza al processo sull’omicidio di Vincenzo Amendola, il 19enne ucciso e sepolto in una zona di campagna di San Giovanni a Teduccio. Stavolta a spingere il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli a rinviare la decisione è stata l’articolata discussione difensiva dell’avvocato Leopoldo Perone che assiste Gaetano Formicola, rampollo dell’omonima famiglia criminale, imputato per omicidio e occultamento di cadavere unitamente al cugino Giovanni Tabasco. Il penalista ha contestato duramente le dichiarazioni rese dal pentito Gaetano Nunziato che ha consentito agli inquirenti di indirizzare le indagini nei confronti di Formicola e Tabasco. All’esito della discussione il giudice ha disposto il rinvio della sentenza.
Secondo l’impostazione accusatoria, Amendola sarebbe stato ucciso per mettere a tacere delle voci che circolavano sul suo conto e su quello della madre di Formicola. Si diceva nel quartiere che la donna avesse intrecciato una relazione col 19enne, circostanza che disonorava i Formicola dal momento che il marito della donna era detenuto. Di qui – secondo la procura – la decisione di Gaetano Formicola di lavare via la ‘vergogna’ ammazzando Vincenzo Amendola, che peraltro era amico di Formicola. (Domani gli approfondimenti sul quotidiano digitale, disponibile solo su abbonamento. Acquistare il giornale è facile; leggerlo ancora di più. Si legge da cellulare, tablet e pc. Contatta la redazione o accedi alla sezione ‘Sfoglia il Quotidiano’)
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venerdì, 13 Luglio 2018 - 14:36
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