Con 12 voti contrari e sei favorevoli, il Consiglio regionale della Basilicata ha respinto la mozione di sfiducia per il governatore Marcello Pittella (agli arresti domiciliari dal 6 luglio con l’accusa di concorso in falso e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Matera sulla sanità) e della sua giunta, presentata nel corso della precedente Assise a firma di Gianni Perrino e Gianni Leggieri (M5S), degli azzurri Michele Napoli e Paolo Castelluccio e di Nicola Benedetto (Cd). Nella mozione, votata per appello nominale, si chiedevano le dimissioni del presidente della Regione «per l’impossibile prosecuzione della legislatura». Un’esperienza governativa che per i Cinque Stelle e per il resto dell’opposizione doveva concludersi per «dovere morale e politico» in quanto espressione di «un sistema legato a logiche clientelari». A chiedere a gran voce la sfiducia del governatore in quota Pd anche quanti hanno preso parte al presidio a Potenza, all’esterno del palazzo della Regione, organizzato dal Movimento 5 Stelle per «dare un segnale alla Basilicata – ha spiegato il consigliere regionale grillino Gianni Perrino – perché le questioni giudiziarie sono diverse dai contenuti politici: le indagini faranno il loro corso, ma politicamente è stato ‘scoperchiato’ un sistema e questo non può passare sotto traccia». Anche il leader dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, in visita a Matera, aveva sostenuto la necessità delle dimissioni di Pittella. «La Basilicata – tuonava il vicepremier pentastellato – non se la passa bene da un punto di vista politico. Non è possibile che il governatore Pittella se ne possa uscire con una sospensione. Deve dimettersi, liberare questa regione il prima possibile perché non si gioca con la Sanità. La cosa peggiore che si possa fare in politica è giocare con la Sanità perché si gioca con la vita delle persone. Qui ci sono ospedali in cui entri con una gamba rotta ed esci morto». Facendo riferimento all’impianto accusatorio secondo cui Pittella «avrebbe utilizzato la sanità come un bancomat politico», allora, ha concluso Di Maio, “come minimo se ne deve andare a casa. Poi avvieremo pure tutte le azioni risarcitorie”. Quanto al futuro amministrativo della Regione e alle prossime elezioni in agenda per il prossimo autunno, il consigliere lucano Perrino ha sottolineato che «le procedure per la scelta del governatore saranno basate sulle nuove regole» e che «la mia aspirazione non è quella di candidarmi alla presidenza». Regole che, annunciava Di Maio, riguarderanno tanto le candidature a presidente quanto quelle a consigliere regionale. Incalzato infine su possibili alleanze del Movimento 5 Stelle con il centrodestra, Perrino ha ricordato che «abbiamo sempre corso da soli, quindi reputo giusta la posizione espressa da Di Maio a Matera». Nel capoluogo, infatti, il leader dei 5 Stelle aveva precisato che “abbiamo sempre scelto di andare da soli. Non abbiamo alleanze in progetto. La nostra idea è sempre quella di portare il Movimento al governo di Regioni e Comuni con un progetto che è quello del M5S” che in questo momento è al governo «non con un alleato: è al governo con la Lega perché abbiamo sottoscritto un contratto. Quello che c’è scritto nel contratto si fa, quello che non c’è nel contratto è perché non siamo d’accordo e quindi non si fa».
giovedì, 19 Luglio 2018 - 17:46
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