Pittella (Pd) e lo scandalo Sanità lucana: così funzionava il ‘mercato dei voti’
Le intercettazioni della vergogna

Ospedale
Una corsia d'ospedale
di Dario Striano

Così un concorso pubblico è diventato il ‘mercato delle vacche’ ed il sistema sanitario regionale lucano, per dirla con parole del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Matera, Angela Rosa Nettis, «un collettore di raccomandazioni politiche», di «sciacallaggio di potere» e di «condizionamento sociale». Nelle 425 pagine di ordinanza di custodia cautelare che racchiudono lo scandalo Sanità scoppiato in Basilicata, la procura materana, attraverso una serie di intercettazioni ambientali, ha descritto accuratamente come un concorso pubblico per un dirigente amministrativo all’interno della CROB, azienda ospedaliera di Rionero in Vulture, provincia di Potenza, fosse stato abilmente «calibrato» dalla commissione giudicatrice. «La procedura selettiva – così sul documento che recita in calce la firma del gip lucano – è stata condizionata dalla politica, ed ancora una volta con il suggello del governatore Pittella». Già, perché nell’attribuire i voti ad ogni candidato i componenti della commissione avrebbero «intrapreso – secondo l’accusa – un certosino lavoro di ritocco che costituisce un primo o evidente profilo di falsità ideologica». Tradotto: il punteggio degli elaborati sarebbe stato modificato in base ai legami dei candidati con la politica lucana, in particolare con il presidente della Basilicata Marcello Pittella.

Il vincitore del bando
Ad incastrare il governatore, un colloquio tra due componenti della commissione, il presidente Bernardino Chiarielli, direttore amministrativo CROB, e Gianvito Amendola, responsabile affari generali e personale della stessa azienda sanitaria, intercettato dagli inquirenti. «Marcello – dice Chiarielli – ha detto che c’è una esigenza qua». L’ esigenza è quella di far salire in graduatoria i candidati della lista verde, quella dei raccomandati. Lista che sarebbe stata compilata da Pittella – in alcune registrazioni indicato come Maurizio (suo secondo nome) -, «anche in ragione – censura la procura – di uno scambio di favore con politici dello stesso partito che siedono in Regione Campania». E infatti, Il candidato vincitore del posto di dirigente è stato Lucia Esposito, «un soggetto di fuori regione – recita il provvedimento del gip -, esponente attivo, peraltro di recente proclamato Senatore, del PD, nonché persona molto vicina del governatore campano De Luca».

Gli aspiranti vincitori
Pertanto ogni minimo ritocco di punteggio sarebbe stato importante e ogni punteggio «calibrato in base alla raccomandazione». Si, perchè per gli investigatori «è lecito ipotizzare che in realtà vi siano stati più vincitori dello stesso concorso», grazie alle procedure di mobilità. «Il primo in graduatoria – si legge – beneficerà dalla mobilità verso qualche azienda sanitaria campana, di conseguenza, si procederà a far scorrere la graduatoria in modo da far assumere gli altri candidati raccomandati, collocati nelle prime posizioni». Dunque, in tanti avrebbero continuato a sperare per quel posto da dirigente nell’azienda sanitaria. «A partire  – scrivono gli inquirenti – da chi è arrivata ad un soffio dal risultato, come Carmela Varasano, dirigente in servizio al Ministero della Salute. O Teresa Aloè che al CROB è di casa». O lo stesso Tommaso Michele Samela, «due volte consigliere provinciale», arrivato quarto in classifica per uno scarto di poco più di mezzo punto (0,6).

La manipolazione dei voti
Gli indizi sulla manipolazione dei voti sono stati raccolti dagli inquirenti durante la correzione della prova scritta, il 25 maggio 2017, nell’ufficio Azienda Sanitaria di Matera. «Anche se all’orale – dice Gianvito Amendola – se vogliamo mettere in difficoltà qualcuno siamo in grado di farlo». Quando alle ore 14.54 la commissione ha aperto le buste «per attribuire la paternità degli elaborati», non avrebbe più potuto intervenire nel modificare i voti già attribuiti agli scritti, ma avrebbe dovuto soltanto associare ai nominativi i punteggi già stabiliti. E invece, in quella stanza è accaduto di tutto. Ad un candidato che «ha scritto un sacco di stronzate» – come ammette il presidente Chiarielli – «è stato alzato un voto per l’esigenza di farlo salire in graduatoria». E’ accaduto un vero e proprio caos più totale. «E’ un cacchio di casino – si lamenta ancora il presidente – Sta un casino. Al candidato numero undici metti 23, poi al dodici 21, aspetta il dodici lo avevamo aumentato dopo, 23, dodici è 23, 24, no aspetta, tredici aspetta un attimo, tredici, tredici 21, correggi 21, mannaccia alla miseria». Il concorso è diventato così un vero e proprio ‘mercato delle vacche’ di cui la commissione, ignara di essere intercettata dalle forze dell’ordine, ha provato a cancellare ogni traccia, cercando di distruggere tutti i documenti compromettenti («Allora questi qua vanno nel mangiacarte. Questo è quello definitivo? Strappa tutto. Lascia solo quelli che devono rimanere allegati agli atti»). Già, perché una volta corretti i compiti il presidente Chiarielli si è accorto del «tanto grasso che cola», ha detto. «E che cola di parecchio».

Il «suggello» di Pittella
Ma non è tutto, perché a far intendere chiaramente che ci sarebbe stata l’influenza («ci ha messo il suggello») del governatore lucano sull’esito del concorso è stata Benedetto Maria, direttore amministrativo Azienda Sanitaria Matera, quando ha rivelato che «tra le indicazioni di Pittella ci sono vari nomi». E lo ha rivelato proprio ad un partecipante al concorso, Leonardo Maggiore, suo «amico», quasi scusandosi per non esser riuscita ad alzare di più il suo voto allo scritto. «Il problema è che, anziché Leo Maggiore, deve andare avanti uno che magari è più scarso di lui – dice Maria Benedetto – Non si fa così. Però se permetti un consiglio d’amica, in questo momento devi stringere i denti».

sabato, 21 Luglio 2018 - 17:52
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