Fare le cose per bene. O, meglio, per dirla con il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, sui tagli ai vitalizi bisogna procedere adottando «un provvedimento tecnico-giuridico inappuntabile». Non solo. Sulla questione – tra le più discusse dalla nascita del Governo gialloverde – della riduzione dei costi della politica, Casellati insiste su un concetto di merito: «Quando non si è presenti, sia in Aula che in Commissione – afferma il presidente del Senato in quota Forza Italia – deve esserci una sensibile riduzione degli emolumenti. Anche la singola assenza deve portare ad una penalizzazione economica. Un principio di giustizia e di meritocrazia, in linea con il valore stesso della funzione di rappresentante dei cittadini». A poco più di una settimana dal via libera dell’Ufficio di presidenza della Camera alla delibera del presidente Roberto Fico che taglia i vitalizi agli ex deputati, Casellati torna sul tema nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio e fa riferimento, anche se in modo non esplicito, alle polemiche che hanno accompagnato l’iter della delibera Fico, specie quelle relative al rischio di incostituzionalità del provvedimento avanzate proprio dagli ex parlamentari. Di qui un percorso diverso che intende seguire il presidente del Senato, secondo cui «occorre procedere con attenzione. Nessuna preclusione, nessun atteggiamento dilatorio, nessuna difesa di eventuali privilegi – ha precisato – ma solo volontà di procedere con il rigoroso metodo di Einaudi: ‘conoscere, discutere, deliberare’». Casellati ha anche marcato le distanze con Fico spiegando che «nelle scorse settimane si è discusso molto di come operare per trasformare in chiave contributiva il trattamento economico elargito a favore degli ex parlamentari, tema rispetto al quale non mi sono mai sottratta nella convinzione che sia fondamentale farlo attraverso un provvedimento tecnico-giuridico inappuntabile. Anche per questo, sin da subito, ho auspicato l’ipotesi di procedere congiuntamente con l’Ufficio di presidenza della Camera. Le scelte operate – ha sottolineato – sono andate parzialmente in un’altra direzione. La Camera ha operato secondo un suo iter, il Consiglio di presidenza del Senato, invece, ha deciso di effettuare un ulteriore provvedimento anche attraverso l’acquisizione di pareri qualificati». Fare le cose per bene, si diceva, con i tempi e nei modi necessari: se da un lato la Camera procede con il piede di Fico sull’acceleratore con l’obiettivo di ‘portare a casa’ qualche risultato rispetto alle tante promesse fatte in campagna elettorale, dall’altro lato il Senato sceglie un’altra strada che sarà calibrata, ragionata, «inappuntabile» ma non «dilatoria» anche perché «il provvedimento sul taglio dei vitalizi alla Camera – ha detto ancora il presidente del Senato – entrerà in vigore dal primo gennaio 2019 e quindi non ci saranno ritardi sulle tempistiche». Si cercherà semmai di evitare, come potrebbe accadere a Montecitorio, ‘incidenti di percorso’ in grado di imprimere un brusco stop – se non una retromarcia – al provvedimento. Resta, infatti, ancora pendente, la diffida alla delibera della Camera presentata dall’Associazione degli ex parlamentari, per non parlare dei già annunciati ricorsi e azioni legali che verranno intrapresi contro la ‘sforbiciata’, definita «una presa in giro degli italiani» oltre che «un monumento all’illegalità». Una delibera, hanno tuonato ex deputati e senatori, «palesemente incostituzionale» dal momento che, per la prima volta, si interviene in modo retroattivo in materia previdenziale.
giovedì, 26 Luglio 2018 - 11:54
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