La revoca della concessione alla Società Autostrade non ci sarà. Non ora, non nell’immediato futuro. Dopo il frastuono di parole inutilmente urlate, senza senso e senza luogo, il Movimento 5Stelle corregge il tiro delle violente dichiarazioni che ieri hanno rilasciato prima Danilo Toninelli e poi Luigi di Maio sulla volontà di rescindere il contratto con Società Autostrade addossando ad essa, in assenza di qualsivoglia documento certificato, la tragedia che si è abbattuta su Genova e sulle persone rimaste uccise dal crollo del Ponte Morandi. Adesso i grillini, dal loro blog, precisano che la revoca della concessione e le eventuali multe connesse ad inadempienze dovranno arrivare «qualora ce ne siano le condizioni».
Era inevitabile che la caciara sollevata sull’onda lunga del comprensibile sgomento per la strage del 14 agosto andasse a sgonfiarsi. Perché contratti come quelli che legano lo Stato alla Società Autostrade non sono dei semplici pezzi di carta che possono essere inceneriti sol perché lo decide una delle parti in causa. Ci sono clausole, vincoli, penali, paletti di ogni sorta. Questioni burocratiche sulle quali non si può ragionare a cuor leggero. Ragionare come un cittadino qualsiasi che dà sfogo alla sua legittima indignazione dopo aver visto le terribili immagini di Genova non può e non deve essere una caratteristica di chi è chiamato a governare lo Stato italiano, di chi è chiamato a rappresentare i cittadini. E’ pericoloso ma soprattutto genera confusione. Disorientamento. E alimenta la rabbia, l’odio. La strage di Genova meritava e merita più rispetto della girandola di polemiche cui i giornali hanno dovuto inevitabilmente dare spazio per raccontare il desolante spaccato politico. I grillini hanno alzato troppo il tiro. Luigi Di Maio ha rinfacciato al Pd di aver prorogato la concessione ad Autostrade per l’Italia “di notte” con una “leggina” inserita nello “Sblocca Italia” nel 2015; ed ha lasciato intendere che Benetton o Società Autostrade abbiamo finanziato la campagna elettorale di Renzi. Le smentite sono arrivate puntuali, e con esse si è levato un coro indignato di proteste da parte di numerosi esponenti del Partito democratico. Dichiarazioni su dichiarazioni. Cui, ovviamente, hanno fatto da contraltare altre repliche, stavolta dei Cinque Stelle. Una caciara. Tutto questo mentre a Genova ci sono ancora una ventina di dispersi, mentre i vigili del fuoco che instancabilmente lavorano ormai da 48 ore stanno cercando di trovare altre persone sotto quelle macerie. Tutto questo mentre ci sono numero famiglie che piangono quasi 40 morti. Le vittime di Genova, i loro familiari e i sopravvissuti, meritavano e meritano ben altro tipo di rispetto da chi rappresenta le istituzioni.
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giovedì, 16 Agosto 2018 - 17:48
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