L’applauso, dolce, infinito. Caloroso. Che fa da sfondo alle note melanconiche di Knockin’ On Heaven’s Door di Bob Dylan. Torre del Greco saluta così Giovanni, Matteo, Antonio e Gerardo, vittime innocenti del crollo del ponte Morandi di Genova. Le quattro bare marroni che oggi racchiudono i sogni spezzati dei quattro ragazzi che non sono mai arrivati a Barcellona per trascorrere le vacanze escono l’una dopo l’altra dalla Basilica pontificia Santa Croce e si tuffano in una piazza piena d’amore e di dolore. Giovanni Battiloro era «a un passo dal realizzazione il suo sogno di diventare giornalista professionista», ha ricordato dall’altare il sindaco Giovanni Palomba cui è toccato il compito di salutare i figli della città a nome della collettività intera. Matteo Bertonati, invece, amava «le auto, le moto e la sua inseparabile chitarra» e da poco aveva aperto un B&B insieme al fratello a Portici. Gerardo Esposito, invece, «era entrato in Marina e con orgoglio solcava i mari», mentre Antonio Stanzione era «un promettente dj, capace di accendere la movida e di animare le serate ovunque lo chiamassero a lavorare. Quando c’era lui il divertimento era assicurato».
Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione vanno via così, tra il calore di chi li ha amati, tra l’affetto di chi non lo conosceva ma ha voluto partecipare alla loro tragedia, alla tragedia delle loro famiglie. Una tragedia provocata «dalla mano dell’uomo che si sostituisce alla mano di dio per i propri interessi personali e diventa una mano violenta che porta morte», ha detto durante la dura omelia il cardinale Crescenzio Sepe.
venerdì, 17 Agosto 2018 - 19:06
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