Sulla nave ‘Diciotti’ si può salire (se autorizzati) ma non se ne può scendere. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha ancora tolto il veto allo sbarco dei quasi 200 migranti a bordo della nave della Guardia Costiera italiana (ferma nel porto di Catania), benché gli appelli in tal senso siano arrivati e stiano arrivando da più parti. Benché adesso l’odissea della Diciotti sia diventato finanche un caso di interesse della procura della Repubblica di Agrigento che sta valutando l’ipotesi di sequestro di persona. L’unica deroga al diktat, Matteo Salvini, l’ha fatta in relazione alla posizione dei 27 migranti minorenni, dopo che gli sarà stato fatto notare che trattenere ostinatamente anche i minorenni su quell’imbarcazione avrebbe potuto davvero recargli qualche problema grosso: i minori sono stati fatti sbarcare martedì sera, poi sono stati collocati nelle strutture di accoglienza. I 25 maschi sono stati dislocati in una struttura del capoluogo, le due giovanissime in provincia. Tra loro – di età compresa tra i 14 e i 17 anni – ci sono 26 eritrei e una somala.
E, allora, mentre Salvini si gioca la sua ennesima partita politica con l’Unione europea, arrivando persino a sfidare la procura di Agrigento che per ora indaga contro ignoti («L’ignoto sono io», ha detto ieri Salvini), sulla Diciotti sono in corso le ‘visite’ di politici ed esponenti delle associazioni che da giorni chiedono a Salvini di fare marcia indietro. Salgono sulla Diciotti Davide Faraone e Carmelo Miceli del Pd (che hanno girato il video che vi mostriamo), sale Riccardo Magi di Più Europa. Sale anche la delegazione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. La delegazione guidata dalla componente del Collegio del Garante, Daniela de Robert, riferirà al presidente, Mauro Palma, quanto riscontrato e acquisito, il quale farà poi le sue valutazioni.
giovedì, 23 Agosto 2018 - 14:32
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