Il loro obiettivo era quello di attirare l’attenzione. E, stamattina, ci sono riusciti. Perché i familiari dei tre napoletani scomparsi in Messico il 31 gennaio (Raffaele e Antonio Russo, padre e figlio, e Vincenzo Cimmino) e di cui non si hanno più notizie hanno scelto come forma di protesta quella che più di altri avrebbe portato scompiglio e disagio nel quotidiano di una buona fetta di cittadini. Hanno raggiunto la stazione centrale di Napoli in piazza Garibaldi ed hanno occupato i binari. Risultato: intorno alle 11 è cominciato il caos per il traffico ferroviario. E contestualmente è scoppiata la tensione quando le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare i manifestanti.
I treni fermi per oltre due ore
La circolazione di diversi treni è rimasta sospesa per oltre due. Con buona pace di viaggiatori impossibilitati a partire da Napoli per altre destinazioni, e altri viaggiatori bloccati a Roma Termini perché la ‘freccia’ sulla quale avrebbero dovuto viaggiare non era nelle condizioni di potersi fermare a Napoli. La situazione di tensione, e di disagio, è rimasta tale per circa due ore. In particolare, durante l’interruzione, 10 treni regionali hanno registrato ritardi fino a 45 minuti, quattro sono stati cancellati e due sono stati limitati in altre stazioni. Undici treni AV e quattro Intercity in arrivo o in partenza da Napoli sono rimasti direttamente coinvolti.
Solo alle 13.15 infatti la polizia Ferroviaria ha dato il nulla osta per la ripresa della circolazione ferroviaria.
La tensione durante lo sgombero dei binari
Poco prima dell’una e mezza del pomeriggio numerosi agenti in tenuta antisommossa sono intervenuti per sgomberare i binari e a questo punto la situazione è diventata esplosiva. Diverse donne si sono stese sui binari, ed hanno iniziato ad urlare non appena gli agenti cercavano di sollevarle per allontanarle. «Ci dovete aiutare, non ci dovete allontanare. Ci dovete aiutare… Per piacere, per piacere…», urla una delle donne distese a terra. «Questa è una protesta pacifica», dice una ragazza. Un uomo prova ad allontanare verbalmente gli agenti: «Non la dovete toccare (dice riferendosi ad una donna a terra, ndr). La fata male». Un altro ragazzo (Daniele Russo), fratello di uno degli scomparsi, si è sdraiato sui binari sotto uno dei treni bloccati e non intende uscire. «Lo Stato italiano è più corrotto del Messico», grida, mentre uno dei parenti lo invita a non fare sciocchezze e ad uscire da sotto al treno («Pensa ai tuoi cugini», gli dice in modo affettuoso).
Denunciati alcuni manifestanti
La protesta si è conclusa anche con la denuncia di tre familiari dei tre napoletani scomparsi per interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale: tra i denunciati c’è Daniele Russo, fratello di Antonio e figlio di Raffaele. E’ il ragazzo che si era steso sotto al treno per mezz’ora. Il numero dei denunciati potrebbe anche salire. Gli investigatori stanno analizzando le immagini dei sistemi di sorveglianza per identificare eventuali altri responsabili.
L’incontro col prefetto
Intanto, una delegazione di cinque persone parteciperà a un incontro con il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, perché solleciti un intervento del Viminale appellandosi anche alle istituzioni messicane.
L’appello dei parenti
«Chiediamo per l’ ennesima volta, dopo nove mesi, per pieta’, per carita’, aiutateci perche’ non ne possiamo più», dice Serena, cugina di Vanessa Cimmino, moglie di Vincenzo Cimmino, uno degli scomparsi. «Non ne possiamo più – aggiunge – I responsabili dei rapimenti sono stati individuati ma le istituzioni italiane non fanno pressione per farsi dire che fine hanno fatto i nostri parenti. Siamo pronti a tutto, anche a bloccare l’aeroporto e l’autostrada».
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giovedì, 18 Ottobre 2018 - 17:37
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