Andrea, morto sul lavoro a soli 18 anni: era al primo impiego, c’è un primo indagato come atto dovuto

Andrea Masi, il 18enne morto a Milano al suo primo impiego

Andrea sognava l’indipendenza. Un lavoro, una casa tutta sua. E, magari, anche una famiglia. Andrea era uno che si impegnava, che in quel faceva metteva tutto se stesso. Diciotto anni, e davanti un’autostrada da percorrere.

Andrea oggi non c’è più. Se l’è portato via il lavoro, il primo lavoro che era riuscito a guadagnarsi. La NetWisp, azienda nel Comasco specializzata nella istallazione di fibre ottiche, lo aveva assunto con regolare contratto. E lui, Andrea Masi, residente a Tradate in provincia di Varese, era al settimo cielo. Poi però nella notte tra il 31 ottobre ed il primo novembre è cambiato tutto. I sogni di Andrea si sono spenti, si è spento il sorriso di questo ragazzo di 18 anni. Ed ora, come atto dovuto, c’è una persona indagata per omicidio colposo, nell’attesa che l’inchiesta aperta dalla magistratura chiarisca se la morte di Andrea è stata una fatalità o se era possibile evitarla.

La tragedia si è consumata a Milano. Andrea Masi era nel parcheggio del centro commerciale Portello: mentre stava lavorando su un muletto guidato da un collega, ha battuto violentemente la nuca contro un’architrave. Il pm di Milano, Nicola Rossato, ha disposto l’autopsia e per questo si è reso necessario iscrivere nel registro degli indagati, per omicidio colposo, il titolare della NetWisp. Le indagini sono condotte alla polizia in collaborazione con i tecnici dell’Ats. Le verifiche riguarderanno anche gli aspetti sull’affidamento dell’appalto per capire se siano coinvolte altre societa’ e per individuare le esatte responsabilità di eventuali omissioni in materia di sicurezza sul lavoro. Il punto del parcheggio dove si è verificato l’incidente non è ‘coperto’ dalle telecamere.

Ieri, 2 novembre, una delle insegnanti di Andrea ha voluto ricordarlo con un commovente messaggio, che tanto racconta di questo ragazzo morto in un’Italia dove i politici poco si curano della strage silenziosa che ogni anno si consuma sui posti di lavoro. «Andrea che era entrato in classe bambino e che ne era uscito uomo con le spalle disegnate e il sorriso luminoso – scrive Donatella D’Alelio – Andrea col capo chino sugli esercizi, Andrea che aiutava tutti, Andrea che quando aveva preso 9 in verifica non ci credeva, Andrea che all’intervallo mi chiedeva se volevo il caffé, Andrea che quando mi si ruppe l’orologio di mio padre, quello che mettevo nei momenti difficili, quando avevo bisogno di conforto mi disse dia qua, prof che glielo aggiusto io; Andrea che rideva coi compagni, Andrea che io volevo continuasse a studiare e lui no prof, io voglio lavorare, Andrea che quel lavoro l’aveva trovato, Andrea che quel lavoro ce l’ha portato via. Andrea, Andrea Masi, il mio alunno che ce l’aveva fatta».

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sabato, 3 Novembre 2018 - 12:49
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