Non è la prima volta che accade, solo che adesso c’è il capo di una procura che pubblicamente s’è ribellato alla propaganda social del ministro dell’Interno dicendo tra le righe che in buona sostanza Salvini s’è reso responsabile di una fuga di notizie che ha rischiato di compromettere l’andamento di un’operazione di polizia che era in corso.
Stamattina Matteo Salvini dalla sua pagina di Twitter, trasformata già da mesi in una sorta di ‘mattinale’ in cui vengono comunicati operazioni ai danni di migranti, ha lanciato per primo, prima ancora delle forze dell’ordine, la notizia di diversi arresti eseguiti a Torino nell’ambito di un’inchiesta della mafia nigeriana. Ma la corsa a rendere pubblica la notizia, ha fatto infuriare – e non poco – il capo della procura di Torino, Armando Spataro, che ha accusato il capo del Viminale di aver rischiato di compromettere le indagini con quella comunicazione intempestiva e non concordata con chi stava eseguendo le misure cautelari. Il tweet di Salvini, ha scritto in una nota Spataro, ha rischiato di creare «danni al buon esito dell’operazione che è tutt’ora in corso».
Quindi l’invito a Salvini affinché «eviti comunicazioni simili o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso». In relazione ai soli fatti di Torino – spiega Spataro – «al di la’ delle modalità di diffusione, la notizia in questione è intervenuta mentre l’operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa; la polizia giudiziaria non ha fermato “15 mafiosi nigeriani”, ma sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Dda di questo Ufficio, dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Torino». Aggiunge Spataro: «Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell’art. 416 bis c.p.; coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso». Per il magistrato «la diffusione della notizia contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato».
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martedì, 4 Dicembre 2018 - 14:41
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