Due ore di discussione. Due ore per provare a convincere i giudici della decima sezione penale del Tribunale del Riesame di Napoli a rivedere l’ordinanza di custodia cautelare che da due settimane tiene in carcere il noto imprenditore stabiese Adolfo Greco per due accuse di estorsione con l’aggravante della matrice camorristica per aver agito al fine di favorire due distinti clan, i D’Alessandro di Castellammare di Stabia e gli Afeltra.
Questa mattina gli avvocati Michele Riggi e Vincenzo Maiello hanno riesaminato passo passo le intercettazioni che legano Greco (presente all’udienza) in modo incontrovertibile alle due contestazioni mosse dalla procura, questo allo scopo di dimostrare che Greco non è un camorrista né un connivente della criminalità organizzata, bensì una vittima delle estorsioni imposte dai clan, una vittima che, per cercare di non soccombere sotto il preso della pressione delle richieste economiche, si siede coi malavitosi e cerca di trattare, mediare. Una vittima che cerca di ‘aiutare’ anche altri imprenditori che si ritrovano nella sua stessa situazione. Ossia quella di accettare di pagare il pizzo anziché il denunciare, e però cercano di pagare il meno possibile. E’ questa – per la difesa – la chiave di lettura che deve essere data alla vicenda estorsiva ai danni dell’imprenditore caseario Giuseppe Liberati. E per dimostrare che Greco si è mosso al fine di dare una mano a Liberati e non con l’intento di agevolare la cosca, gli avvocati Riggi e Maiello hanno prodotto anche numerose fotografie che dimostrano l’esistenza di un saldo rapporto di amicizia tra Greco e Liberati. Le immagini in questione ritraggono i due insieme a feste private dall’una o dall’altra famiglia, ritraggono il momento in cui Greco ha fatto da padrino di cresima anche a uno dei figli di Liberati. La produzione del materiale si è resa indispensabile per provare a spiegare alcune affermazioni che Greco fa quando si trova al cospetto del fratello del boss Raffaele Afeltra, mandante di un’estorsione e Liberati da 50mila euro: Greco dice «A Peppe Imperati gliel’ho buttato io nelle braccia di Raffaele…». In un’altra intercettazione tra Greco e Raffaele Afeltra, l’imprenditore afferma che «sono stato simpatizzante della vostra famiglia». Parole che per il pubblico ministero antimafia Giuseppe Cimmarotta, presente al Riesame, sono indicative di un vero e proprio inserimento di Greco nella criminalità organizzata. «E’ un camorrista», ha affermato il pm. La difesa, invece, ha spiegato che Greco era costretto ad usare un certo tipo di espressioni solo allo scopo di non indispettire i boss e di portare a casa il risultato. Laddove per risultato si intende uno ‘sconto’ sulla tangente. Sconto che nel caso di Imperati venne fatto: l’uomo alla fine pagò 12mila euro anziché 50mila euro. Inoltre la difesa ha battuto molto sulle dichiarazioni rese anni fa da diversi collaboratori di giustizia, tra i quali Renato Cavaliere e Salvatore Belviso (entrambi ex uomini dei D’Alessandro), a dire dei quali Greco era una vittima del pizzo, e in un’occasione fu pesantemente minacciato affinché pagasse la tangente.
A conclusione della lunga discussione, gli avvocati hanno chiesto al Riesame l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere e in secondo luogo la concessione degli arresti domiciliari fuori dalla Regione Campania. I giudici si sono riservati di decidere: dovranno pronunciarsi entro giovedì. (Leggi gli aggiornamenti sulla decisione del Riesame cliccando sul link)
Sul caso di Adolfo Greco e sull’inchiesta di seguito tutti i pezzi pubblicati:
– Castellammare, inchiesta sui clan: così Greco mediava e trattava coi boss, ecco le intercettazioni che lo incastrano
– Inchiesta sui clan a Castellammare, Greco faccia a faccia con la vedova del boss D’Alessandro e col ras Afeltra
– Imprenditore arrestato a Castellammare di Stabia, i sospetti legami con la politica e gli ambienti giudiziari. La pista degli investimenti illeciti per favorire la camorra | La storia
– Castellammare e clan, il gip: «Greco stimato e rispettato dai boss, riceveva uomini dei clan a casa o in azienda»
– Estorsioni, 13 arresti a Castellammare: carcere per l’imprenditore Adolfo Greco, in casa milioni di euro in un vano segreto
martedì, 18 Dicembre 2018 - 16:37
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