Proiettili e minacce al Lanificio 25, l’incubo del racket nelle vie di Napoli

Busta con proiettile

Tre mesi di paura quelli vissuti dal titolare del ‘Lanificio 25’. Tre mesi in cui in silenzio ha affrontato le sue angosce. Oggi, però Franco Rendano decidere di rompere il silenzio e racconta via social la sua storia. La storia di un imprenditore finito nel mirino del racket delle estorsioni. «Ho deciso solo ora di rendere pubblica la gravissima intimidazione perché le forze dell’ordine mi hanno suggerito di non farlo prima per non intralciare le indagini» scrive Rendano. Il proprietario del noto locale di Porta Capuana, punto di ritrovo per tantissimi giovani, ha pubblicato sul suo profilo e sulla pagina del ‘Lanificio 25’ la missiva che il 15 ottobre 2018 ha ricevuto da un anonimo, il nome che appare sulla busta è infatti fittizio. Dentro la busta poche parole, sintetiche ma piene di rabbia, e un proiettile.

Un proiettile, una chiara minaccia di morte per una persona, un apprezzato medico, che ha deciso di puntare sul riscatto di una delle zone più degradate di Napoli organizzando tanti eventi (convegni, dibattiti, presentazione di libri, concerti e tanto altro ancora) creando un punto d’aggregazione in un ex opificio di fianco la chiesa di Santa Caterina a Formiello. «Il nostro obiettivo era rendere viva e vitale Porta Capuana; una parte di Napoli ricca di storia e di tradizioni preda di un degrado crescente». Una lettera che ha creato timore e paure  anche nei familiari più stretti «Ho ricevuto la minacciosa missiva – scrive Franco Rendano sui  social – direttamente a casa e non al Lanificio25, sede delle attività. Per giunta la busta mi è stata consegnata personalmente dal portiere tornando a casa con la mia compagna che aveva appena partorito nostro figlio e che è rimasta terrorizzata ancor più di me».

La stessa «paura di frequentare quei luoghi si è accentuata dopo l’attentato all’amico Gino Sorbillo». La medesima sensazione che stanno affrontando e combattento in questi giorni i commercianti di Napoli e provincia e che ha indotto il ministro dell’Interno Matteo Salvini a un sopralluogo ieri ad Afragola. Ma il titolare del Lanificio 25 non si arrende e termina con una promessa «Che fare? Abbandonare la presa? No! Non è da noi! Torneremo presto»

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sabato, 19 Gennaio 2019 - 15:02
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