Capolista di “Insieme per l’Avvocatura”, l’avvocato Antonio Tafuri scende in campo, con altri 13 ‘compagni di squadra’, per «un rinnovamento del consiglio dell’ordine» di Napoli. In lista: Peppe Napolitano, Dina Cavalli, Maria Giuseppina Chef, Lucio Cricrì, Ilaria Criscuolo, Elena De Rosa, Pasquale Altamura, Luigi Aprea, Giuseppe Camerlingo, Loredana Capocelli, Giovanni Carini, Armando Ceccoli, Gabriele Gava.
Si vota da lunedì 28 gennaio al prossimo 2 febbraio. E per le otto liste in corsa e i 13 indipendenti – in tutto ci sono 106 candidati – è ormai l’ora della verità. «Insieme per l’Avvocatura» mette in campo, per l’occasione, un mix di esperienza e rinnovamento.
Avvocato Tafuri, come è maturata la scelta di candidarsi e di mettere in campo una lista?
«Dietro questa decisione ci sono le motivazioni di un gruppo che vuole cambiare l’ordine forense. Si tratta di una scelta dettata da un percorso condiviso con tutti i colleghi della squadra di Insieme per l’Avvocatura. Prima di stilare il nostro programma ci siamo confrontati a lungo, nel segno di un rinnovamento dell’ordine».
Parliamo di programma. Quali sono i punti cruciali della vostra proposta e cosa non è andato secondo voi nella precedente esperienza?
«C’è da dire che siamo molto critici rispetto all’ultima composizione del consiglio dell’ordine, ma non intendiamo fare consenso criticando solamente. Al di là di questo i nostri propositi sono quelli di recuperare i rapporti con gli avvocati, ma anche con le altre istituzioni del distretto. Il Consiglio in questo tempo è rimasto totalmente isolato. E’ nostra intenzione introdurre una serie di tematiche sia di carattere locale che nazionale, e reimmettere nuove idee all’interno del Consiglio. A partire dall’equo compenso, oppure l’introduzione del socio di capitale, le specializzazioni, ovviamente senza dimenticare la previdenza forense».
Cosa si sente di dire a chi sarebbe ineleggibile e ha deciso di sfidare una sentenza della Cassazione a sezioni unite?
«Non approviamo la scelta di andare avanti nonostante chiari provvedimenti, sia della legge sia della giurisprudenza. Questo comportamento a nostro avviso non può essere valutato con nostro favore. Voglio chiarire che non ne abbiamo fatto un cavallo di battaglia della nostra campagna elettorale, non è nostra intenzione. Noi vogliamo essere propositivi e non puntare sui problemi degli altri. Vogliamo superare le polemiche e proporre i grandi temi. Magari saranno altri a fare ricorsi. Il problema è che in questo modo le sorti dell’elezione saranno decise ancora una volta dalla magistratura, per questo dico che si sarebbe potuto evitare tutto questo. Ma è un aspetto che a noi non interessa. Noi vogliamo solo essere vicini agli avvocati».
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domenica, 27 Gennaio 2019 - 11:57
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