Minori, la Lega vuole processare i 12enni Ma Fico e il questore De Iesu insistono: puntare su scuola e prevenzione

Il presidente della Camera Roberto Fico (foto Kontrolab)
di Renato Esposito

Ripartire dalle scuole per costruire una nuova cultura della legalità e per salvare dal richiamo delle sirene della criminalità i ragazzini più deboli e più sfortunati. Lo aveva già sottolineato nella giornata di ieri il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in occasione del suo intervento sul tema delle agromafie, lo ha ribadito questa mattina il presidente della Camera Roberto Fico intervenendo a Napoli ad un convegno sulla giustizia minorile promosso dalla Cisl.

Fico in modo particolare ha posto l’accento sul ruolo degli assistenti sociali e sulla lotta alla dispersione scolastica come strumenti per riuscire a recuperare i ragazzini influenzati da valori negativi. «Siamo sempre allo stesso punto – ha dichiarato – dobbiamo combattere la dispersione scolastica, dobbiamo far sì che tutti i nostri figli, che sono i figli di questa città e non solo, possano andare a scuola a tempo pieno, ci devono essere luoghi dove ci sia davvero un esercito di assistenti sociali, di operatori del sociale, dove le scuole sono aperte, in collaborazione con i Comuni, con le municipalità, con le associazioni, con le parrocchie, con tutte quelle attività che fanno sì che il quartiere diventi formativo e sicuro. Sennò – ha proseguito la terza carica dello Stato – ci ritroveremo sempre allo stesso modo, quello che accadeva 30 anni fa accade 30 anni dopo, ovvero una rigenerazione di una cultura micro criminale, una cultura camorristica all’interno dei nostri territori. Noi dobbiamo spezzare definitivamente questa catena e lo possono fare solo le istituzioni e la politica con un impegno serio». Fico ha poi bacchettato le istituzioni, denunciando come essere facciano «ancora troppo poco, delegando a chiese, associazioni e maestri di frontiera. È sbagliato pensare solo alla repressione: dobbiamo interrompere la storia e spezzare le catene dell’illegalita’. La risposta non puo’ che essere di comunità».

Anche il Questore Antonio De Iesu ritiene necessario un tipo di intervento sociale e culturale per riuscire a contrastare la deriva della criminalità minorile e fermare l’arruolamento dei minori da parte della criminalità organizzata. «Dopo i gravissimi fatti che hanno caratterizzato Napoli nell’ultimo anno abbiamo dato delle risposte forti», ha ricordato il questore citando i casi di aggressioni da parte di baby gang a coetanei ma non solo, ma per De Iesu «bisogna capire perché succede questo e perché c’è tanta crudeltà, violenza e capacità di interpretare i valori etici della convivenza civile da parte di minorenni». Secondo De Iesu «bisogna puntare a rafforzare la rete di protezione sociale. Ancora non l’abbiamo fatto, bisogna andare nei quartieri sensibili e capire come vivono gli adolescenti. Ma serve il sostegno da parte delle famiglie, in gran parte inadeguate, come nelle famiglie criminali dove il bambino si alimenta di valori negativi. Bisogna investire in centri di aggregazione, mettere in rete le iniziative che pure ci sono, ma vanno convogliate per cercare di attrarre giovani con lo sport. Serve una riflessione di tutti per capire quali progetti possono essere utili per cercare di sottrarre alla violenza e alla devianza il maggior numero di adolescenti», ha concluso il questore di Napoli.

Se da un lato si avverte la necessità di interventi di carattere preventivo per dare ai ragazzini gli strumenti necessari a non cadere nel richiamo della criminalità organizzata, sull’altro versante c’è la Lega che punta invece ancora una volta sull’arma della repressione per rispondere alla criminalità minorile. La Lega ha depositato una proposta di legge – firmata da tutti i deputati del Carroccio in Commissione Giustizia alla Camera – nella quale si prevede, tra le altre misure, l’abbassamento del limite dell’imputabilità dei minori da 14 a 12 anni. Inoltre la Lega suggerisce, nel testo, di escludere le premialità previste per i reati compiuti dai minori se c’è l’aggravante dell’associazione. Sul punto stamattina è stata posta una mirata domanda sia a Roberto che al questore De Iesu. Per De Iesu «abbassare l’età imputabile a 12 anni? Queste sono decisioni e valutazioni politiche. C’è un problema di giustizia minorile, ma bisogna puntare molto prima sulla rete di protezione sociale». Anche Fico ha preso le distanze dalla posizione della Lega: «Parlare di maggiori pene per un minore non serve a niente. Per me non ci può essere altra pena che non sia quella educativa, riformativa e riabilitativa».

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venerdì, 15 Febbraio 2019 - 13:45
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