Alba di manette a Napoli e provincia. Carabinieri e polizia sono stati impegnati nell’esecuzione di numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere nell’ambito di tre diverse indagini sulla criminalità organizzata. Tutte indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Il blitz alla Sanità, colpito il clan Sequino
Arrestata anche la moglie del boss
L’operazione più imponente, in termini di numeri, è stata messa a segno nel cuore di Napoli. Nella Sanità. Una trentina di persone, riconducibili al clan Sequino, sono state tratte in arresto – in esecuzione della misura emessa dal gip Emilia Di Palma della 45esima sezione penale del Tribunale di Napoli – con le accuse, contestate a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto abusivo di armi e spaccio di stupefacenti. Tutti i reati sono aggravati da finalità e metodo mafiosi. Ai vertici del clan sarebbero rimasti Salvatore e Nicola Sequino, che avrebbero continuato a dare ordini benché detenuti. Salvatore Sequino è attualmente detenuto a Vibo Valentina per l’accusa di associazione di stampo mafioso che gli è già valsa una condanna (non definitiva) a 15 anni di reclusione. Nicola Sequino è invece detenuto in esecuzione di una condanna per un vecchio omicidio di camorra.
Tra le persone raggiunte dalla nuova ordinanza di custodia cautelare ci sono diversi parenti dei due boss detenuti. C’è Sonia Esposito, moglie del boss detenuto Salvatore Sequino: alla donna è contestato il reato di ricettazione aggravato dalla matrice camorristica.Misura di custodia cautelare in carcere anche per il 28enne Giovanni Sequino, nipote dei boss, che nell’ottobre del 2016 è rimasto vittima di un agguato nel rione Sanità a Napoli. Il raid si consumò tra via Santa Maria Antesaecula e piazza San Vincenzo. Sequino fu colpito all’addome e a un braccio. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere ha colpito anche Silvestro e Salvatore Pellecchia, rispettivamente padre e figlio, imparentati coi boss Salvatore e Nicola Sequino. Silvestro Pellecchia è il cognato dei due boss. A gennaio Salvatore Pellecchia, invece, è rimasto coinvolto in un agguato fuori all’ospedale Vecchio Pellegrini; nel raid era rimasto ferito I.G. che si trovava con Pellecchia. Altre misure cautelari hanno colpito Costantino Caruso e Nunzio Giuliano.
L’attività investigativa che ha portato agli arresti dei Sequino ha consentito anche di sequestrare 630 grammi di amnesia e un vero e proprio arsenale costituito da un kalashnikov, 5 pistole, 1 mitragliatrice e 3 fucili. Sequestrato anche un cospicuo munizionamento e un distintivo falso di riconoscimento della Guardia di Finanza. Droga e armi sono stati trovati nella roccaforte del clan Sequino. Durante le indagini sono state anche arrestate in flagranza di reato quattro persone, a cui sono stati sequestrati quasi un chilo e mezzo di cocaina. In quest’occasione gli investigatori sono riusciti a provare che, in alcuni casi, l’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti avveniva in Calabria, direttamente dal comune di San Luca.
Clan Vastarella, tre arresti:
ricostruito l’agguato a Giovanni Sequino
Contestualmente gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno tratto in arresto tre esponenti del clan Vastarella, cosca rivale ai Sequino: agli indagati sono stati contestati i reati di camorra, droga e il tentato omicidio di Giovanni Sequino, che avvenne il 22 ottobre del 2016. Tra i destinatari della misura ci sono i due capiclan già detenuti: Antonio e Patrizio Vastarella. Entrambi rispondo di traffico di droga, Antonio Vastarella è accusato del tentato omicidio di Giovanni Sequino. Un terzo indagato, l’unico libero, è stato catturato in un appartamento a Guidonia, in provincia di Roma: era per giunta latitante dal luglio dello scorso anno, in quanto destinatario di un ordine di carcerazione. L’uomo ha provato a scappare sui tetti ma è stato arrestato. Si tratta di Alessandro Pisanelli, classe 1991.
Traffico di droga per gli Amato-Pagano:
arresti nell’area a nord di Napoli
L’ultima operazione contro i clan è stata messa a segno nell’area a nord di Napoli, ad eseguirla sono stati i carabinieri di Castello di Cisterna: eseguiti 7 arresti, in esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa dal gip della 18esima sezione penale del Tribunale di Napoli, per traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver agito in nome e per conto degli Amato-Pagano. Gli indagati complessivamente sono 21. (Seguono aggiornamenti nel servizio disponibile cliccando sul seguente link)
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lunedì, 18 Febbraio 2019 - 10:04
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