Altri due omicidi di camorra ricostruiti a distanza di oltre dieci anni. Stamattina gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per l’agguato del 19 dicembre 2006 in cui fu ucciso Eugenio Santoro e rimase ferito Andrea Parolisi (poi diventato pentito) nonché per l’agguato in cui rimase ucciso Salvatore Cipolletta (avvenuto il 14 aprile 2008). I destinatari dei provvedimenti, emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, sono esponenti del clan Lo Russo e degli Amato-Pagano, due cosche che a metà del Duemila hanno stretto un patto criminale di mutuo soccorso, grazie al quale – come già emerso in altre inchieste sfociate in condanne – i due gruppi si sono scambiati i killer per regolare i conti aperti con altri sodalizi.
Per l’omicidio di Salvatore Cipolletta sono stati raggiunti da misura cautelare il boss Cesare Pagano, Carmine Pagano, Rito Calzone e Carmine Amato, tutti già detenuti per altro. A piede libero è indagato il pentito Biagio Esposito, al secolo componente del direttorio del clan. Secondo l’impostazione accusatoria, che poggia sulle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, Cipoletta fu ucciso per volere del suo stesso clan perché non andava più d’accordo con i capi e stava cercando di mettersi in proprio. Cipolletta, oltre che gestire Mugnano senza prendere direttive dai capoclan, aveva presentato due persone agli Amato-Pagano e aveva garantito per loro, ma entrambi si erano pentiti. A raccontare il retroscena del delitto ai pm è stato proprio Esposito. «Io e Carmine Calzone lo uccidemmo perché aveva fatto entrare nel clan Salvatore Torino e Andrea Parolisi, che poi si pentirono», esplicita. Il 26 novembre 2010 Biagio Esposito mise nero su bianco ciò che sapeva, anche per aver partecipato in prima persona all’omicidio. E’ lui ad accusare Cesare Pagano e il nipote Carmine Amato, colui “che ha consegnato la pistola». L’ordine omicidiario, in base alla ricostruzione investigativa, sarebbe arrivato da Cesare Pagano.
Anche l’omicidio Santoro (e il relativo ferimento di Parolisi) sarebbe stato ordinato dagli Amato-Pagano e commesso dal clan di Miano: rispondono di questo agguato il boss Cesare Pagano e tre esponenti del clan Lo Russo, Oscar Pecorelli, Raffaele Perfetto e Salvatore Silvestri. Pagano figura quale mandante, mentre i componenti del clan di Miano sarebbero stati gli esecutori.
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lunedì, 25 Febbraio 2019 - 16:29
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