Napoli, ora la Dda accusa Tamburrino: indagato per camorra e per aver favorito la latitanza del boss Marco Di Lauro

di Laura Nazzari

Mezz’ora di interrogatorio. O poco più. Seduto dinanzi al giudice per le indagini Alfano del Tribunale di Napoli Nord, Salvatore Tamburrino – fedelissimo del boss Marco Di Lauro – ribadisce la sua responsabilità nell’omicidio della moglie Norina Matuozzo, uccisa con tre colpi di pistola sabato mattina nell’appartamento dei genitori a Melito, e sottolinea anche di non aver avuto alcun ruolo nella cattura di Marco Di Lauro, l’ex «primula rossa» di Secondigliano arrestato dopo 14 anni di latitanza a distanza di poche ore dalla morte di Norina e dal fermo di Tamburrino.

Una precisazione che arriva all’indomani di una nuova incriminazione mossa a Tamburrino (difeso dall’avvocato Domenico Smarrazzo) dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli: nella giornata di ieri, infatti, la procura ha indagato (a piede libero) Tamburrino per associazione di stampo mafioso e favoreggiamento nella latitanza di Marco Di Lauro. Sono questi i punti salienti dell’udienza di convalida del fermo che si è conclusa in tarda mattinata: il pm ha chiesto l’applicazione della misura cautelare in carcere per il reato di omicidio con l’aggravante del porto e detenzione illegale di arma; il gip si è riservato di decidere.

Tornando alla morte di Norina Matuozzo, Tamburrino – che è attualmente detenuto nella casa circondariale di Poggioreale (dove è in isolamento) ha risposto a mirate domande del giudice e del pubblico ministero Antonio Vergara, e ha fornito alcuni chiarimenti su degli aspetti della storia. Chiarimenti che hanno riguardato, ad esempio, la questione del testamento che aveva deciso di lasciare alla moglie. Di suo pugno non ha scritto alcunché, aveva iniziato a dettare le sue volontà alla moglie. Le stava facendo scrivere i nomi e i cognomi delle persone dalle quali doveva avere i soldi che aveva guadagnato come procacciatore di polizze auto. Nessun riferimento, dunque, a uomini del clan Di Lauro e men che meno al boss Marco Di Lauro.

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martedì, 5 Marzo 2019 - 15:12
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