Su chi abbia esploso colpi di pistola all’indirizzo della pizzeria lo scorso 25 febbraio scorso ci sono ancora indagini in corso. Quel che carabinieri e procura hanno ricostruito è che la nota pizzeria Di Matteo, situata in via dei Tribunali, è stata una delle attività imprenditoriale che hanno pagato il pizzo alla camorra. Al clan Sibillo per l’esattezza. Il dato emerge dall’inchiesta sul clan Sibillo che stamattina è culminata nell’esecuzione di un decreto di fermo, spiccato dalla Dda di Napoli, a carico di quattro persone che rispondono di estorsione con l’aggravante della matrice camorristica. I fatti contestati abbracciano un periodo di due anni che arriva quasi sino ai giorni nostri. Fatti recentissimi, dunque. Fatti dei quali oggi sono chiamati a rispondere Vincenzo Sibillo (padre del ras detenuto Pasquale e di Emanuele, ucciso il 2 luglio del 2015 in via Oronzio Costa nella faida tra i Sibillo e i Buonerba), Antonio Ingenito e Giovanni Matteo. In particolare ai tre viene contestato l’avere preteso il pagamento del pizzo ogni settimana. Non solo: in occasione delle festività di Pasquale, Natale e Capodanno, l’importo dell’estorsione aumentava.
Tutti gli indagati arrestati stamattina dai carabinieri erano liberi. Vincenzo Sibillo, difeso dall’avvocato Riccardo Ferone, è stato scarcerato nel maggio dello scorso anno a seguito dell’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. A mandarlo assolto furono i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli che cancellarono la condanna a 12 anni che Sibillo si era visto infliggere all’esito del processo di primo grado.
L’inchiesta ha preso il via proprio a seguito dell’esplosione dei colpi di pistola ai danni della pizzeria Di Matteo e dell’ordigno rudimentale che ha danneggiato l’ingresso della pizzeria Sorbillo. Proprio allo scopo di dare un volto e un nome ai responsabili, gli inquirenti hanno indagato nell’ambito dei Sibillo. Le indagini non hanno però al momento dato risultati circa questi due episodi recenti, ma hanno consentito alla procura di accertare la condotta estorsiva ai danni della pizzeria – dove si recò a mangiare l’allora presidente degli Usa Bill Clinton – posta in essere negli ultimi due anni.
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sabato, 9 Marzo 2019 - 14:20
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