Napoli, estorsione alla pizzeria Di Matteo: oggi la convalida del fermo per i Sibillo Vittime ai pm: «Paghiamo da sempre»

Colpi di arma da fuoco contro la pizzeria del centro storico Di Matteo a via dei Tribunali (foto Kontrolab)
di Laura Nazzari

Il «regalo per i carcerati» valeva 100 euro a settimana. A ridosso delle festività, invece, l’obolo da pagare per consentire al ‘sistema’ di mantenere i detenuti cresceva a dismisura: 2500 euro a Pasqua, Ferragosto e Natale per il 2017, mentre nel 2018 l’importo è aumentato fino a 5000mila euro. Il «regalo per i carcerati», il clan Sibillo, lo ho preteso dalla pizzeria Di Matteo, una delle attività di ristorazione fiore all’occhiello di Napoli e di via Tribunali, tappa persino dell’allora presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton.

Questa mattina le tre persone arrestate sabato dai carabinieri in esecuzione di un decreto di fermo spiccato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli compariranno dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli dovranno affrontare l’udienza di convalida del fermo. I pubblici ministeri antimafia Celeste Carrano, Francesco De Falco e Urbano Mozzillo hanno chiesto l’applicazione della custodia cautelare in carcere per Vincenzo Sibillo (padre del boss detenuto Pasquale e del baby boss Emanuele, morto ammazzato il 2 luglio del 2015 in via Oronzio Costa nella faida con i Buonerba), Giovanni Matteo (25 anni) e Giovanni Ingenito (24 anni), cugino dei Sibillo. I fatti contestati arrivano sino al 4 marzo del 2019. Non è invece contestato l’episodio del 25 febbraio scorso, quando ignoti hanno esploso colpi d’arma da fuoco contro la saracinesca della pizzeria: tuttavia questo evento ha dato il via all’inchiesta della magistratura.

La svolta è arrivata quando i responsabili dell’attività, dopo un’iniziale reticenza nel riferire delle estorsioni subite (reticenza dovuta al timore di ritorsioni), hanno confessato di «pagare da sempre» il pizzo al clan Sibillo. Nelle estorsioni, spesse volte, era inclusa anche la pretesa di non pagare le pizze che pure venivano ordinate e consegnate a domicilio. «A volte non pagano, a volte pagano la somma richiesta, a volte pagano meno di quello richiesto, a volte dicono che passeranno a pagare ma non lo fanno», è uno dei passaggi del racconto. E’ andata avanti così dal 2011. «Ci hanno spremuti come limoni», osservano le parti offese.

Leggi anche:
Il pizzo imposto alle pizzerie di Napoli: decreto di fermo per il padre dei Sibillo e 3 indagati per l’estorsione a Di Matteo
– Omicidio del meccanico Luigi Galletta: dopo la condanna inflitta a Napoletano c’è l’ordinanza per Ciro Contini
Droga, la Consulta sana le anomalie: «La pena minima di 8 anni per i reati non lievi è sproporzionata»
– Crollo ponte Morandi, l’inchiesta si allarga: altri 40 indagati, al vaglio della procura anche i lavori partiti negli anni ’90
Ordigno all’esterno di un pub nella notte, paura nel centro di Torre del Greco
– Sequestrati 48 chili di marijuana: arrestato La droga avrebbe fruttato 250mila euro
– Miano, uccisa di botte dal marito: l’uomo è stato arrestato per omicidio, la coppia aveva tre figli
– Messina, Alessandra era morta nel letto: confessa il fidanzato, l’ha uccisa lui. Tumefazioni sul corpo della ragazza
– Bomba artigianale nella casa dell’ex: arrestata una donna di 53 anni, non accettava la fine della relazione

lunedì, 11 Marzo 2019 - 08:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA