La condanna a 14 anni che Emanuele Colurcio rimediò in primo e in secondo grado per tentato omicidio di Domenico Di Matteo e per atti persecutori (stalking) ai danni dell’ex fidanzata è stata rivista. Così come aveva disposto la Corte di Cassazione che, annullando la precedente sentenza di condanna, aveva rilevato la mancanza di motivazioni rispetto alle aggravanti dei motivi futili e abbietti che erano stati riconosciuti in sentenza. Ieri pomeriggio i giudici della quarta sezione penale della Corte d’Appello di Napoli (presidente Maddalena) hanno così riletto le accuse contestate a Colurcio (residente a Pollena Trocchia) ed hanno condannato l’imputato a 8 anni e 2 mesi di reclusione per i reati a lui contestati. Lo sconto di pena è arrivato in accoglimento delle richieste difensive avanzate dall’avvocato Andrea Scardamaglio, che aveva ottenuto l’annullamento da parte della Cassazione. Il processo di primo grado si era definito con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena.
I fatti contestati risalgono agli inizi del 2016. Colurcio non riusciva a rassegnarsi alla fine della storia con la sua ragazza e si rivolse persino alla trasmissione di Canale5 ‘C’è posta per te’ per riavvicinare la ex fidanzata. Una volta giunti in studio, la ragazza però rifiutò di aprire la tradizionale ‘busta’ e dunque di riabbracciare Colurcio. Di qui la reazione scomposta e sconsiderata di Emanuele Colurcio, che tra venerdì 22 e sabato 23 gennaio del 2016, si recò a Chiaia, zona baretti, dove la ragazza si trovava in compagnia di amici. Colurcio se la prese con Domenico Di Matteo, che lui riteneva – sbagliando – essere la ragione per la quale la giovane era diventata irremovibile: impugnò un coltello e s’avventò contro quello che credeva essere il suo rivale.
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giovedì, 14 Marzo 2019 - 14:28
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