Dopo Abruzzo e Sardegna, per Lega e Cinque Stelle si avvicina il terzo banco di prova. Domenica 24 marzo i lucani saranno chiamati a votare per il rinnovo delle elezioni regionali. Saranno chiamati a scegliere a quale partito o coalizione affidare la guida di una Regione che esce con le ossa rotte, politicamente parlando, a seguito dell’inchiesta sullo scandalo nella Sanità che ha portato all’arresto del Governatore Marcello Pittella del Pd (ora ha un divieto di dimora). Ecco, il Pd: la strada per i ‘dem’, che contano da pochissimo tempo nella guida nazionale di Nicola Zingaretti, rischia di essere in salita proprio a causa delle ripercussioni dell’inchiesta coordinata dalla procura di Potenza. Il risultato delle urne, dunque, è tutt’altro che scontato. Ai lucani spetta la parola finale. Spetta riuscire a trovare il leader migliore che tiri fuori la Basilicata dai suoi problemi che la precedente giunta non è riuscita a risolvere.
Spopolamento, petrolio e povertà
I problemi della (mancata) Texas del Sud
Problemi che si chiamano anzitutto spopolamento, parola che, seppur declinata in modo diverso, occupa i discorsi di tutti i candidati in campo. Problemi che ruotano attorno alla povertà, con la Basilicata che continua a essere fanalino di coda in Italia in quanto a reddito medito pro capite. E poi il petrolio, ché la Basilicata – ricordiamolo – è considerata sulla carta la Texas del Sud. Qui sorge un ricco serbatoio naturale di idrocarburi e qui le multinazionali hanno scoperto una miniera d’oro nero che oggi produce l’80% del petrolio estratto in Italia. Ma non ci sono mai stati piani di sviluppo, non è arrivata occupazione né denaro. E la Texas del Sud è rimasta povera. Povera e arrabbiata. Perché in tanti lamentano danni all’ambiente e alla salute per lo sversamento del petrolio di cui si occupano grandi colossi industriali. Non va dimenticato che la compagnia petrolifera Eni è attualmente sotto processo a Potenza (imputate 10 società e 47 persone) con l’accusa di aver smaltito illecitamente i rifiuti prodotti dall’estrazione del petrolio, con procedure che – secondo l’accusa – hanno fatto conseguire all’azienda un ingiusto profitto per milioni di euro.
I quattro candidati in campo:
il centrodestra punta un generale della Finanza
e su ex fedelissimi del Pd saliti sul suo carro
I candidati in campo sono quattro: il centrodestra schiera in campo Vito Bardi, un generale della guardia di Finanza in pensione, cono onorata carriera quarantennale e insignito di numerosi titoli e riconoscimenti. Il suo nome è stato proposto da Silvio Berlusconi, che lo ha definito «uomo del saper fare, che sa prendere decisioni importanti ed il candidato ideale per la Basilicata per cui Bardi ha deciso di impegnarsi, tornando alle radici». Bardi è sostenuto da cinque liste (Basilicata positiva Bardi Presidente; Lega Salvini Basilicata; Forza Italia; Fratelli d’Italia; Idea-Per un’altra Basilicata). Per il candidato si sta spendendo direttamente anche Matteo Salvini, in questi giorni impegnato in un tour elettorale in terra lucana. Un tour non facilissimo: ha trovato ad accoglierlo una folla in visibilio, ma ha dovuto fare i conti anche con accese contestazioni. A Matera è spuntato lo striscione ‘No Lega’ e il coro ‘Viva i terroni’; a Potenza alcuni contestatori hanno tenuto a sottolineare che ‘Non tutto il Sud dimentica’, riferito alle frasi che in passato Salvini ha pronunciato verso il Sud. Il leader della Lega però ci crede e spera nel colpaccio. Il colpaccio di portare la Basilicata a voltare pagina, a dare un calcio alla lunghissima tradizione democristiana di questa terra. Il colpo gobbo potrebbe riuscire anche perché, dopo lo scandalo di Pittella, alcuni ex fedelissimi del Governatore indagato hanno traslocato verso il centrodestra, sottraendo così al Pd un cospicuo bacino di voto. Nicola Benedetto, ex assessore ai Trasporti di Pitella, parla adesso centrodestra. Sta col centrodestra anche Piergiorgio Quarto, ex presidente della Coldiretti che era vicinissimo alla presidenza della Regione per il centrosinistra in alternativa a Pittella. Veste lega Carmine Cicala, sindaco di Viggiano, eppure prima era vicinissimo a Pittella.
I Cinque Stelle puntano su Mattia:
alle Politiche la Basilicata li premiò col 44%
I Cinque Stelle invece hanno deciso di puntare sul 47enne Antonio Mattia, 47 anni, laurea magistrale in giurisprudenza, impegnato nel campo del marketing e della comunicazione. La sua corsa è iniziata già in estate quando è stato scelto con le primarie on line (regionarie) sulla piattaforma Roussea con poco più di 330 preferenze. I grillini sperano di non vedere sfumare, almeno in Basilicata, l’innamoramento di quell’elettorato lucano che alle Politiche del 2018 ha regalato ai pentastellati il 44% delle preferenze (a Matera i grillini totalizzarono il 51%).
Il farmacistra Tretola corre per il centrosinistra
Il Pd lo appoggia dall’esterno
Carlo Tretola, 61 anni, farmacista di Potenza e natali salernitani, è invece il nome del centrosinistra. Sette le liste a sostegno: Avanti Basilicata; Comunità democratiche; Basilicata Prima – Riscatto; Progressisti Basilicata; Verdi – Realtà Italia; lista Trerotola – Centro democratico – Progetto Popolare; Psi. Il suo slogan è ‘«il buono della Basilicata» con riferimento sia al suo carattere che al progetto. Da notare che il simbolo del Pd non compare. I ‘dem’ restano dunque nascosti, continuando a scegliere la formula dell’appoggio al candidato vicino alla cittadinanza, come accaduto in Abruzzo con Legnini e in Sardegna: una formula che ha evitato al Pd il tracollo.
Tramutoli tenta l’impresa da solo
L’outsider è Valerio Tramutoli, 61 anni di Potenza. Docente di fisica dell’Università degli studi della Basilicata (Scuola di ingegneria), Tramutoli corre da solo, senza il sostegno dei partiti. Con lui c’è una sola lista: ‘Basilicata possibile’.
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martedì, 19 Marzo 2019 - 14:16
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