Vittima di lupara bianca nel febbraio 2011 Ritrovato il corpo di Antonino D’Andò: i killer reo-confessi sul luogo del delitto

carabinieri
di Manuela Galletta

Le operazioni di scavo sono terminate intorno alle 5 di oggi pomeriggio. Dopo un’intera mattinata di lavoro. Il corpo di Antonino D’Andò, uomo di punta del clan Amato e vittima di lupara bianca per mano dei Pagano, è stato ritrovato. I carabinieri hanno proceduto alle operazioni di scavo in una zona di campagna in via del Re ad Arzano laddove i killer di Antonio D’Andò, tutti sotto processo, hanno detto di avere sepolto la vittima a seguito dell’omicidio consumatosi il 2 febbraio del 2011.

Le ossa di D’Andò sono state trovate all’interno di un sacco bianco. Nella giornata di ieri i pubblici ministeri antimafia Vincenza Marra e Maurizio De Marco avevano condotto un sopralluogo sul posto insieme ai carabinieri e ai quattro killer che hanno confessato il delitto lo scorso 22 marzo dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli (26esima sezione): Emanuele Baiano, Mario Ferraiuolo, Giosuè Belgiorno e Ciro Scognamiglio spiegarono in quella occasione di essere in grado di far ritrovare il corpo di D’Andò dal momento che furono loro ad occuparsi della sparizione del cadavere. Nel processo è imputato come mandante Mario Ricco, all’epoca a capo dei Pagano: anche lui ha confessato l’omicidio, ma non ha potuto fornire indicazioni sull’occultamento del cadavere avendo solo delegato il delitto.

D’Andò venne ucciso nell’ambito della guerra interna scoppiata tra gli Amato e i Pagano per via della gestione degli affari del clan all’epoca affidata a Mario Riccio, genero del boss detenuto Cesare Pagano: Riccio, approfittando dell’assenza di un esponente di vertice degli Amato che bilanciasse il suo potere, ridusse gli Amato al rango di meri affiliati, innescando così una tensione tra le due famiglie che determinò anche degli omicidi.

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venerdì, 5 Aprile 2019 - 18:22
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