Cucchi, il generale Nistri scrive a Ilaria: 
«Inflessibili con chi infanga uniforme, quei comportamenti non ci appartengono»

Stefano Cucchi

Le scuse, quelle tanto attese, quelle che sembrava non dovessero arrivare mai, sono finalmente giunte. A fronte del gravissimo quadro emerso sulla morte di Stefano Cucchi – dopo i numerosi e deplorevoli tentativi di insabbiare la verità, rimasta avvolta dalle menzogne per quasi dieci anni – il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, ha rotto gli indugi e ha scritto una calorosa lettera alla famiglia di Stefano Cucchi. N«Pensavo alla vostra lunga attesa per conoscere la verità e ottenere giustizia. Mi creda, e se lo ritiene lo dica ai suoi genitori, abbiamo la vostra stessa impazienza che su ogni aspetto della morte di Suo fratello si faccia piena luce e che ci siano infine le condizioni per adottare i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà», si legge nella missiva, pubblicato oggi da ‘La Repubblica’.

«Abbiamo la vostra stessa impazienza prosegue Nistri nella lettera perché il vostro lutto ci addolora da persone, cittadini, nel mio caso, mi consenta di aggiungere: da padre. Lo abbiamo perché anche noi la stragrande maggioranza dei carabinieri, come lei stessa ha più volte riconosciuto, e di ciò la ringrazio crediamo nella giustizia e riteniamo doveroso che ogni singola responsabilità nella tragica fine di un giovane vita sia chiarita, e lo sia nella sede opportuna, un’aula giudiziaria», ha aggiunto Nistri.

Poi il comandante generale dell’Arma spiega il perché sino ad oggi l’Arma si è mossa con prudenza: «I tre accusati di omicidio preterintenzionale scrive ancora Nistri sono già stati sospesi. Non sono stati rimossi, è vero. Ma è pur vero che se ciò fosse avvenuto si sarebbe forse sbagliato. Faccio al riguardo due esempi. Oggi emerge che uno dei tre secondo quanto egli ha dichiarato accusando gli altri due potrebbe essere innocente. Erano innocenti gli agenti della Polizia Penitenziaria che pure erano stati incolpati e portati a giudizio». «Comprendiamo l’urgenza e la necessità di giustizia, così come lo strazio di dover attendere ancora. Ma gli ulteriori provvedimenti, che certamente saranno presi, non potranno non tenere conto del compiuto accertamento e del grado di colpevolezza di ciascuno. Ciò vale per il processo in corso alla Corte d’Assise. E ciò varrà indefettibilmente anche per la nuova inchiesta avviata dal Pubblico Ministero nella quale saranno giudicati coloro che oggi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere (…) Io per primo, e con me i tanti colleghi, oltre centomila, che ogni giorno rischiano la vita – conclude Nistri – soffriamo nel pensare che la nostra uniforme sia indossata da chi commette atti con essa inconciliabili e nell’essere accostati a comportamenti che non ci appartengono».

Parole che Ilaria Cucchi ha commentato sul suo profilo Facebook: «L’abbraccio dell’Arma ci arriva oggi caldo e finalmente rassicurante. Il generale Nistri ci è vicino e non manca di farci sapere che il suo dolore e’ il nostro, che la nostra battaglia di verità è’ anche la sua. ‘Destituire Tedesco sarebbe stato un errore’. L’Arma non rimarrà spettatrice nei confronti dei depistatori. I Giudici ora abbiano coraggio e responsabilità ed acquisiscano quei documenti di verità imbarazzanti che fanno ora paura solo agli imputati di oggi».

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lunedì, 8 Aprile 2019 - 13:33
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