Lo zainetto di Spiderman a pochi passi dal cadavere di Luigi Mignano, ammazzato questa mattina nel rione Villa di San Giovanni a Teduccio, è l’immagine più buia di una guerra di camorra, tra i Rinaldi e Mazzarella, che non sembra conoscere fine. I killer che stamattina sono entrati in azione hanno seminato paura e morte davanti ad una scuola, hanno seminato paura e morte davanti a quel bambino che sfoggiava con orgoglio lo zainetto del suo supereroe. Luigi Mignano è stato colpito mentre si trovava in compagnia del nipotino e del figlio Pasquale, di 32 anni.
I killer hanno sparato a padre e figlio, ammazzando il primo e ferendo alle gambe il secondo, anche se presumibilmente l’obiettivo dell’agguato era proprio Pasquale Mignano. Un nome, quello dei Mignano, legato al clan Rinaldi che nel rione Villa ha la sua roccaforte. Ed è proprio alla faida tra i Rinaldi e i Mazzarella che gli inquirenti legano l’agguato (indagini affidate al pubblico ministero antimafia Antonella Fratello, giunta sul posto). Gli spari hanno provocato un fuggi fuggi generale: a quell’ora molti anziani si stavano recando a messa nella chiesa di San Giuseppe e San Giovanni di Lourdes che insiste nella zona. Padre Modesto Bravaccino, che un anno fa mostrò un proiettile che era finiti nel campetto dell’oratorio della sua chiesa, stava pregando nella cappellina quando ha sentito gli spari.
«Sono uscito e ho visto che c’era una persona a terra – racconta – il tutto a pochi metri dalla scuola e dalla chiesa dove gli anziani stavano venendo a messa. «Fino a stamattina eravamo fiduciosi – aggiunge il parroco – c’era stata la manifestazione anticamorra un anno fa, l’incontro con Salvini, con la Municipalità, con il sindaco. Insomma sembrava che le forze dell’ordine avessero assicurato maggiore sicurezza invece la situazione, concretamente, non sembra migliorata ma peggiorata. Sto da otto anni in questa parrocchia, si è sparato tanto ma non si era mai ammazzato nessuno. La ferocia è aumentata».
Una ferocia ascrivibile a due clan in lotta da sempre: da un lato i Rinaldi e dall’altro i Mazzarella. Una ferocia che neppure gli arresti sono riusciti a fermare. In quest’ultimo anno la Direzione distrettuale antimafia di Napoli e gli investigatori (polizia e carabinieri) hanno duramente colpito entrambi i sodalizi: Salvatore D’Amico ‘o pirata, uno degli esponenti di punta del gruppo che fa parte dei Mazzarella, è tornato in prigione mesi fa; il boss Ciro Rinaldi è stato arrestato a febbraio dopo pochi mesi di latitanza e da quasi un anno è in cella il suo braccio armato, Michele Minichini. Eppure, nonostante inchieste e arresti, i due clan continuano a scontarsi, continuano a seminare paura e morte.
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martedì, 9 Aprile 2019 - 15:08
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