Arzano, omicidio nel centro estetico: imputato assolto, il pm voleva l’ergastolo Una delle vittime era un ras dei Moccia

Bossolo

L’accusa mossa a Pasquale Cristiano di avere avuto un ruolo nel duplice omicidio del ras Ciro Casone (referente dei Moccia ad Arzano) e di Vincenzo Ferrante, ammazzati all’interno del centro estetico ‘Solero’ ad Arzano il 26 febbraio del 2014, non convince il giudice per le indagini preliminari Saverio Vertuccio della 20esima sezione penale del Tribunale di Napoli.

Nel primo pomeriggio di oggi l’imputato Pasquale Cristiano, difeso dall’avvocato Claudio Davino e dell’avvocato Dario Vannetiello, è stato mandato assolto dall’accusa di duplice omicidio con l’aggravante della matrice camorristica per aver favorito il clan Amato-Pagano e dell’uso illegale di armi. Il pubblico ministero antimafia Vincenza Marra aveva invece chiesto la condanna all’ergastolo.

Le motivazioni alla base della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane, ma è facile immaginare che il giudice abbia fatto propri i rilievi degli avvocati sulla mancanza di riscontri. Le accuse a Cristiano poggiavano sulle dichiarazioni di alcune persone che sostenevano di avere sapute, per tramite di terzi non meglio specificati, che Cristiano fosse implicato nel delitto. Voci che però non hanno trovati riscontri. Proprio puntando sull’assenza dei riscontri l’avvocato Claudio Davino aveva già ottenuto in sede di Riesame l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (l’avvocato Vannetiello è stato nominato solo con la fissazione del rito abbreviato).

Per il duplice omicidio del ras Casone e di Ferrante sono attualmente imputate altre quattro persone: il ras Renato Napoleone, Francesco Paolo Russo, Angelo Antonio Gambino, Domenico Russo, Raffaele Liguori e Pietro Cristiano hanno tutto optato per il rito ordinario e la loro posizione è al vaglio da parte della Corte d’Assise. Secondo l’impostazione accusatoria Casone venne ammazzato su ordine di Napoleone (personaggio di spicco degli Amato-Pagano) per via dell’ambizione di quest’ultimo di accaparrarsi il controllo del racket delle estorsioni ad Arzano sino a quel momento appannaggio di Casone.

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venerdì, 12 Aprile 2019 - 16:47
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