Calcio, fatture false ed evasione Iva: prescrizione per Mazzoni sulla vendita al Napoli di Chavez e Lavezzi nel 2010

stadio san paolo
Lo stadio "Diego Armando Maradona" di Napoli
di Manuela Galletta

Alejandro Ives Mazzoni, l’agente del Pocho Lavezzi, esce dal maxi processo su un giro di presunte fatture false ed evasioni fiscali legato alla compravendita di alcuni giocatori che vede sul banco degli imputati numerosi club di calcio di serie A e B, procuratori sportivi, dirigenti e giocatori. Il giudice monocratico Sandro Ciampaglia del Tribunale di Napoli dinanzi al quale si sta svolgendo il dibattimento ha dichiarato estinti per prescrizione i due reati per i quali Mazzoni era imputato benché il Riesame ne avesse escluso la sussistenza.

Mazzoni (difeso dagli avvocati Salvatore Nugnes e Alfredo Capuano) era accusato, in concorso con Edoardo Luigi Rossetto, di due condotte opache in relazione all’acquisto da parte del Napoli dei calciatori Ezequiel Lavezzi e Cristian Gabriel Chavez: secondo l’accusa i due agenti Mazzoni e Rossetto avrebbero emesso due fatture per un importo complessivo di circa 650mila euro a nome della società argentina Oro Deportes e in favore della Ssc Napoli spa relative a prestazioni di servizi soggettivamente inesistenti, questo allo scopo di consentire a Chavez l’evasione delle imposte sui redditi. Il gioco di fatture per prestazioni inesistenti avrebbe accompagnato sia la vendita di Lavezzi al Napoli sia il rinnovo contrattuale. In entrambi i casi secondo la procura Mazzoni e Rossetto avrebbero agito fittiziamente nell’interesse del Napoli pur essendo agenti dei calciatori. Entrambi i fatti contestati risalgono al 2010.

La dichiarazione di prescrizione dei reati è arrivati nel corso dell’udienza di che si è tenuta mercoledì mattina: sono stati ascoltati i delegati del Cesena e del Catania mentre, a causa delle necessità di trattare un processo per direttissima con imputato detenuto sempre davanti allo stesso giudice, è stata rinviata la deposizione di Claudio Lotito, presidente della Lazio e della Salernitana (che pure era presente in aula), e dei delegati del Milan e del Viterbese. Tra le persone imputate ci sono anche Aurelio De Laurentis (difeso dal penalista Gino Fabio Fulgeri), Luca Campedelli, presidente del Chievo (difeso dai penalisti marco De Luca e Luigi Sena); Adriano Galliani (difeso dagli avvocati Bruno Larosa e Niccoló Ghidini); Alessandro Moggi (difeso dall’avvocato Vanni Cerino), Ezequiel Lavezzi (difeso dagli avvocati Rino Nugnes e Luigi Petrillo) e Diego Della Valle (difeso dall’avvocato Francesco Picca).

Secondo l’impostazione accusatoria, il meccanismo delle (presunte) false fatture avrebbe consentito a tutte le parti in causa di ottenere dei vantaggi economici: le società (soggetto passivo di imposta Iva) avrebbero potuto detrarre il costo relativo alla prestazione fatturata dal procuratore; il calciatore avrebbe potuto risparmiare il costo relativo alla prestazione resa nel suo interesse dal procuratore, così percependo un guadagno netto maggiore in termini di ‘fringe benefit’, che il calciatore non dichiara al fisco e s cui dunque non paga le imposte sul reddito; il procuratore avrebbe ottenuto la retribuzione per la conclusione di un affare, che a diverse condizioni non si sarebbe perfezionato.

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venerdì, 12 Aprile 2019 - 11:35
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