Dario Scherillo, ucciso dagli scissionisti per errore: 15 anni di indagini non bastano, il gip archivia il procedimento

Dario Scherillo

Quindici anni non sono bastati per dare un volto e un nome a chi, il 6 dicembre del 2004 a Casavatore, ha tolto la vita a Dario Scherillo. Quindici anni non sono bastati per spiegare come e da chi quel maledetto giorno è stato ammazzato un ragazzo di 26 anni che con la camorra non aveva a che fare.

Il giudice per le indagini preliminari Giovanna Cervo del Tribunale di Napoli ha disposto l’archiviazione delle indagini accogliendo la richiesta avanzata dal pubblico ministero antimafia Vincenza Marra. Per ora ci si ferma, ché gli sforzi investigativi pure fatti sino ad oggi hanno portato ad un vicolo cieco. Ma nulla vieta una riapertura del caso laddove emergessero elementi inediti in grado di dare una sterzata ad un’inchiesta che si è incamminata lungo un binario morto. I familiari di Dario sono sconfortati: qualche verità sulle ragioni che hanno condotto alla morte di Dario è pure emersa, questa grazie al racconto di un pentito; il loro avvocato, Giovanni Zara, aveva chiesto di proseguire le indagini e di riascoltare i pentiti. Il punto però è che quelle sino ad ora raccolte sono dichiarazioni generiche, che da un lato consentono di comprendere il contesto in cui è maturato l’omicidio di Dario ma non sono sufficienti per confezionare un’accusa in grado di reggere a processo.

Il 18 marzo del 2015 il pentito Pasquale Riccio, imparentato con gli Abbinante, ha spiegato che quello di Dario Scherillo «fu un omicidio commesso dagli scissionisti», ed ha aggiunto di avere sentito parlare «da Rito Calzone, che mi disse che vi era stato uno scambio di persona, relativo alla vittima di abbattere». Né altri pentiti sono stati in grado di fornire dettagli più circostanziati. E, allora, alla procura non resta molto da fare, seppure a malincuore, che tirare il freno a mano, nella speranza di un colpo di scena. Ma questo non vuol dire che su Dario Scherillo calerà l’oblio.

Il ricordo di Dario è ben coltivato: l’amministrazione comunale di Casavatore ha dedicato la sala consiliare alla memoria del 26enne. Nel 2007 si è costituita l’associazione ‘Dario Scherillo’ grazie all’impegno dei familiari del ragazzo, questa realtà è stata finanziata dall’assessorato alla sicurezza della città di Casavatore e dalla Regione Campania nell’ambito del progetto “Mai più vittime”. Altre iniziative analoghe hanno scandito questi lunghi 15 anni. Quella più importante è il film ‘Ed è subito sera’ diretto da Claudio Insegno e dedicato alla memoria di Dario Scherillo.

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giovedì, 25 Aprile 2019 - 12:11
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