La settimana scorsa aveva chiuso per protestare contro le richieste estorsive dei clan. Questa mattina il cantiere nel sito Unesco di Porta Capuana ha riaperto. Oggi i mezzi sono tornati all’opera e i dipendenti al lavoro, ma nessuno ha voglia di parlare. «Siamo tranquilli e siamo al lavoro», queste le uniche parole pronunciate da alcuni lavoratori del cantiere.
La settimana scorsa, il 9 maggio, la ditta Spinosa Costruzioni di Isernia decise di sospendere le attività e far tornare a casa sia la squadra sia i macchinari dopo le ripetute minacce. Martedì mattina la prima ‘richiesta’ di un uomo in scooter, protetto da un casco integrale: «Chiudete il cantiere e venite a parlare, altrimenti vi spariamo uno ad uno». Episodio subito denunciato alla polizia di Stato, mentre gli operai riferivano di aver visto l’uomo del racket girare ancora nei pressi del cantiere. Mercoledì l’uomo si è ripresentato agli operai ribadendo le minacce in tono ancora più acceso. La ditta, sfiancata, aveva deciso quindi di rinunciare all’appalto, poi l’incontro con le istituzioni e il cambio di programma con la promessa: «Lunedì saremo al lavoro».
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lunedì, 13 Maggio 2019 - 10:37
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