E’ accusato di essersi fatto consegnare 5 mila euro da un imprenditore costretto a pagare il “pizzo” perché si era permesso di acquistare un terreno in una zona del Nolano, in provincia di Napoli, vicina sua “roccaforte”. La squadra mobile di Napoli, coordinata dalla DDA ha arrestato il boss Antonio Russo, ritenuto a capo dell’omonima famiglia camorristica, e due persone che le sarebbero affiliate, Bernardo Murano e Antonio Sorrentino, a vario titolo accusati di estorsione aggravata dalle finalità mafiose.
La vittima venne accusata dal boss di essersi permessa «di acquistare la terra in questa zona, quella è la terra che deve appartenere alla mia famiglia». Inizialmente la somma richiesta ammontava a 20mila euro, poi fu ridotta a 5mila. La tangente venne consegnata pochi giorni dopo la richiesta in una busta, nei pressi di un distributore di benzina della zona, nelle mani di Murano, incaricato da Russo. Il terreno venne acquistato dall’imprenditore alla fine degli anni ’90, a San Paolo Belsito (Napoli), nelle immediate vicinanze della residenza storica della famiglia camorristica dei Russo.
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lunedì, 20 Maggio 2019 - 11:02
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