Luigi Di Maio analizza il voto senza infingimenti: «Per noi le elezioni europee sono andate male». Ma assicura che la batosta elettorale non ricadrà né sulla sua persona né sul ruolo sino ad oggi avuto dal Movimento Cinque Stelle all’interno del Governo: «Ho sentito Grillo, Casaleggio… Nessuno ha chiesto le mie dimissioni, si vince insieme e si perde insieme. Nessuno ne ha fatto una questione di teste da saltare. Noi da queste elezioni prendiamo una grande lezione, impariamo e non molliamo. Io come ministro ha tante cose da organizzare e da fare».
E sui nuovi equilibri all’interno dell’alleanza giallo-verde, Di Maio assicura che i pentastellati non saranno più morbidi nei confronti di Matteo Salvini e della Lega e che, anzi, manterranno le loro posizioni di opposizioni rispetto a provvedimenti che non sono inseriti nel contratto o che non sono in linea con l’identità grillina: «Non rinunciamo alla nostra identità. Come forza politica non rinunceremo mai a dire in questo governo a cosa non siamo d’accordo, ad arginare le proposte che non sono nel contratto. Continueremo a tutelare il contratto da idee a volte estreme, che a volte possono favorire illegalità, possono tutelare dei privilegi». Poi aggiunge: «Continuamo a lavorare con lealtà sui provvedimenti che servono al Paese».
A chi domanda a Di Maio se adesso i Cinque Stelle saranno propensi a dire ‘sì’ alla Tav (virando così rispetto alla loro posizione), il leader dei grillini glissa: «La Tav è un dossier nelle mani del presidente del Consiglio da un mese». E sul tema delle autonomie ribadisce: «Non siamo contrari al tema, ma su come si scrive questo regolamento. Vediamo come verrà scritto. Per noi non ci devono essere scuole di serie B, né sanità di serie B». Poi lancia due stoccate a Salvini: «Mi auguro che ci incontriamo al più presto per fare le cose e smettiamo di parlarci a mezzo stampa». E sul caso di Armando Siri: «Io non mi pento assolutamente della posizione del Movimento Cinque Stelle di chiedere le dimissioni».
Di Maio infine annuncia di avere chiesto a Conte un vertice di Governo per programmare al più presto le cose da fare: «Per me adesso ci sono promesse da mantenere e da realizzare. Promesse che abbiamo fatto sia il 4 marzo 2018, sia in questa campagna elettorale. Promesse che non abbiamo intenzione di accantonare. C’è il provvedimento per le famiglie che fanno figli, c’è il provvedimento del salario minimo orario garantito, c’è da abbassare le tasse». (leggi anche gli altri approfondimenti sull’esito delle elezioni)
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lunedì, 27 Maggio 2019 - 15:16
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