La sentenza che teneva il Governo col fiato sospeso è arrivata pochi minuti dopo le 13 di oggi. E pochi istanti dopo il Movimento Cinque Stelle, in linea con la promessa di Luigi Di Maio di «tutelare il contratto da idee a volte estreme, da norme che favoriscono i privilegi e le illegalità», ha azzannato alla giugulare la Lega di Matteo Salvini.
Eduardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Lega, è stato condannato a 3 anni e 5 mesi, con la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici ufficiali, per le “spese pazze” nella Regione Liguria. Il tribunale ha, inoltre, disposto nei confronti di Edoardo Rixi anche la confisca 56.807,35 euro.
All’epoca, tra il 2010 e il 2012, l’esponente del Carroccio era capogruppo in Consiglio regionale. L’accusa avanzata dalla procura ligure era di peculato e falso. Il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di condanna. Secondo la procura, Rixi avrebbe tra l’altro approvato i rendiconti delle spese senza verificare se fossero attinenti al ruolo di consigliere. Tra le spese contestate, anche rimborsi di viaggi sostenuti da collaboratori ma le cui pezze giustificative erano a nome dei consiglieri per complessivi 30 mila euro. Erano state acquistate ostriche, gratta e vinci, viaggi. La difesa di Rixi aveva chiesto l’assoluzione o, in alternativa, la condanna per indebita percezione di erogazioni pubbliche, reato prescritto.
Come da previsione, alla notizia della sentenza, il Movimento Cinque Stelle ha riaperto il fuoco contro Rixi e Salvini, il quale già nei giorni scorsi aveva ribadito con forza che l’incarico di Rixi non sarebbe stato messo in discussione neppure a fronte di un verdetto di colpevolezza di primo grado in ragione del principio (osservato da Salvini a correnti alterne) che tutti gli imputati sono da considerarsi innocenti sino a sentenza definitiva. «Rixi da condannato non può rimanere al governo», scrive su Twitter il senatore M5S e presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. Francesco D’Uva, capogruppo dei Cinque Stelle alla Camera, si appella al contratto per sostenere le dimissioni di Rixi e lancia un messaggio sottile alla Lega: «Io non vorrei sembrare un disco rotto, ma nel contratto di governo ci sono anche delle regole a riguardo: se Rixi dovesse risultare condannato, nel contratto c’è’ scritto che deve fare un passo indietro. E non penso proprio che la Lega voglia rompere su una cosa del genere: il contratto l’hanno firmato loro, c’è la firma di Salvini, quindi lo escludo categoricamente». Come dire: se la Lega si ostinerà a difendere Rixi, vorrà dire che sarà la Lega a venire meno al contratto di Governo stipulato nell’interesse degli italiani, contratto che Salvini ha ribadito più volte di volere onorare. «Se poi sarà la Lega, ma mi sembra folle, che vuole rompere… – ha proseguito D’Uva, incalzato dai cronisti – ma non credo: mi pare che vogliano andare avanti pure loro».
A togliere Salvini dall’imbarazzo potrebbe però essere lo stesso Rixi. Il viceministro ha infatti consegnato le sue dimissioni, pur proclamando la sua innocenza. Innocenza che l’avvocato Maurizio Barbarino è intenzionato a dimostrare battendosi in secondo grado: il legale ha già annunciato ricorso in Appello che sarà presentato non appena verranno depositato le motivazioni della sentenza.
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giovedì, 30 Maggio 2019 - 13:50
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