La parola d’ordine, per i magistrati, è difendersi. Difendere l’onorabilità della categoria ma anche giocare d’anticipo sulle possibili pretese di scioglimento delle ‘correnti’ in cui è divisa la magistratura e che fanno sentire il loro peso in occasione della nomina dei capi degli uffici giudiziari.
E così ecco che a una settimana di distanza dallo scandalo scoppiato a seguito dell’inchiesta coordinata dalla procura di Perugia, l’Associazione nazionale magistrato va a carro armato nei confronti dei colleghi i cui nomi sono contenuti negli atti di inchiesta: pretese le dimissioni per chi siede ancora nel Csm (solo Spina si è dimesso, altri 4 si sono autosospesi) ma soprattutto deferimento al collegio dei probiviri. Con una delibera approvata oggi all’unanimità dal comitato direttivo dell’Anm, è stato disposto il deferimento al collegio dei probiviri di Luca Palamara Palamara, Cosimo Mattia Ferri (oggi parlamentare in quota Pd), Luigi Spina, Antonio Lepre, Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli e Gianluigi Morlini. Al collegio dei probiviri «spetterà verificare la sussistenza di violazioni del codice etico». Violazioni che, secondo l’Anm, ci sono state. Nello specifico le violazioni cui si fa riferimento riguardano incontri, avvenuti al di fuori della sede istituzionale del consiglio e aventi ad oggetto anche la nomina dei procuratori di Roma e Perugia. «Tali condotte, mai smentite dai diretti interessati – osserva l’Anm nella delibera – rappresentano con evidenza un’inammissibile interferenza nel corretto funzionamento dell’Autogoverno che, negli equilibri costituzionali, è presidio fondamentale dell’indipendenza della magistratura e non possono in alcun modo essere giustificate o sminuite in considerazione dell’incalcolabile danno che hanno arrecato all’Istituzione e ai singoli magistrati che si ispirano, nel loro operare quotidiano, a rigorosi principi di correttezza».
Il direttivo dell’Anm, che chiede al Csm e alla procura generale della Cassazione la trasmissione degli “atti ostensibili” dell’inchiesta di Perugia, si è riservata inoltre di «deferire altri colleghi che risultassero coinvolti nella medesima vicenda o in altre simili».
Non è tutto: il comitato direttivo dell’Anm ha anche convocato l’assemblea generale sui temi per il 14 settembre presso l’Aula Magna della Suprema Corte di Cassazione. (Leggi gli aggiornamenti: la rivolta dei consiglieri di Magistratura indipendente contro Anm)
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mercoledì, 5 Giugno 2019 - 15:20
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