Racket sugli appalti al comune di Torre del Greco, 7 arresti eseguiti ieri dai carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata. I provvedimenti applicano l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Napoli Giovanna Cervo, su richiesta del pm della Dda partenopea Maria Di Mauro. Due i clan al centro dell’inchiesta, i Falanga e i Di Gioia-Papale. Le presunte estorsioni vedono nel mirino ditte di rifiuti come Ecologia Sa ed Ego Eco. Ma ci sono pure il cantiere per la costruzione del comando di polizia municipale e i lavori di manutenzione al cimitero. I reati contestati, a vario titolo, vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa al concorso in estorsione. Destinatari della misura cautelare Maurizio Garofalo, definito «esponente di spicco del clan Falanga»; Luigi Papale, «referente sul territorio» dell’omonima cosca; Ciro Vaccaro, Andrea Oriunto, Franca Magliulo, Raimonda Sorrentino e Domenico Gaudino.
Il sistema Vaccaro
Dalle carte, emerge la figura chiave di Vaccaro, ritenuto collante tra le imprese e i clan. Una «profonda e radicata commistione affaristica tra la camorra, l’imprenditoria e la politica» quella di Torre del Greco, scrive il gip. Uno scenario dove «ognuno aveva il suo ruolo e ognuno doveva fare ciò per cui era stato nominato». E Vaccaro ne sarebbe uno dei burattinai, conoscendo «i buoni e i malamenti», come dicono due affiliati intercettati. L’ordinanza parla di “Sistema Vaccaro”, organizzazione in cui «ancor prima degli atti estorsivi» si «favoriva il conferimento dell’appalto alla ditta dallo stesso previamente selezionate». Tra questi, gli inquirenti credono vi sia la gara per la manutenzione del cimitero. Vaccaro è accusato di concorso esterno per i «condizionamenti dell’amministrazione comunale di Torre del Greco nell’attribuzione di appalti pubblici», anche grazie a «soggetti gravitanti – si legge nell’ordinanza – nell’orbita della pubblica amministrazione, tra cui l’ex consigliere comunale di Torre del Greco Antifono Salvatore». Antifono non risulta indagato in questo procedimento, ma gli si attribuisce la capacità di «carpire ancor prima dell’indizione di una gara ufficiale notizie ed informazioni sui bandi di gara, per poi riferire a soggetti a loro vicini e consentirne così l’aggiudicazione degli appalti». Il politico era stato indagato in un’altra inchiesta, relativa all’appalto sui rifiuti nel comune ischitano di Lacco Ameno.
Secondo la procura, Vaccaro era riuscito a cucire ottimi rapporti con alcuni politici nonché ad entrare in possesso di informazioni riservate su gare d’appalto grazie al suo lavoro: egli era responsabile della locale impresa di pulizie che cura il riassetto degli uffici comunali. «In ragione delle sue mansioni – scrive il gip – ha avuto sempre accesso a tutti gli uffici dell’Ente, interagendo con politici, dirigenti, personale amministrativo, addetti alla vigilanza e finanche imprenditori e semplici cittadini. La sua presenza in determinati uffici, oltre ad essere motivata dall’impiego rivestito, non solo non ha dato mai adito ad alcun sospetto, ma addirittura gli ha consentito, grazie alla disponibilità che aveva delle chiavi per le sue mansioni di avere accesso nelle diverse stanze del Comune fuori dagli orari di lavoro quando non vi era presente il personale dell’ufficio preposto; in tal modo il predetto, ha potuto acquisire senza alcun controllo riservate informazioni sulla programmazione e sulla esecuzione di opere pubbliche».
Il triangolo di Garofalo
Un curioso triangolo affaristico-sentimentale, inoltre, coinvolge il ras Garofalo. Considerato reggente della cosca, secondo il gip è «il dominus dell’attività estorsiva». Uno che «ad onta del suo stato di detenzione, mantiene la regia» dell’attività di racket. Una gestione così ferrea, da poterla dividere tra la moglie Franca Magliulo e l’amante Raimonda Sorrentino. Un menage però non privo di malumori. Ma le due donne non sembrano contendersi Garofalo, quanto il ruolo nella riscossione del pizzo. A mostrarsi spavalda è proprio l’amante, accusata di un’incursione nell’esazione dei soldi. Al punto da meritarsi il rimbrotto di Garofalo in una lettera. «Mi hanno mandato a dire che sei andata dalla spazzatura??? Come devo fare con te??? – recita la missiva- Vedi dove metti i piedi e poi perché hai accheffare con questa gente. Per me è brutto e poi ho sempre voluto che non ti capitasse niente. (e questo lo sai bene)». La vicenda turba, in qualche modo, gli equilibri tra moglie e marito. In un colloquio captato il 12 giugno 2014, nel carcere napoletano di Secondigliano, Garofalo chiede lumi alla Magliulo sulla consegna del denaro estorto. La risposta è furente: «..lei (Raimonda Sorrentino, ndr) si sta spacciando anche per me! per tua moglie…ha detto ‘io sono la moglie…e li date a me (i soldi, ndr)!!!».
Leggi anche:
– Bufera sulle toghe, vertice a Napoli di 250 magistrati. L’Anm partenopea: «Dimissioni dal Csm per chi è e risulterà coinvolto»
– Terrorismo, condanna a 4 anni per Napulsi: il palestinese si auto-addestrava online, faceva parte della rete di Anis Amri
– Inchiesta sui supermercati ‘Sole 365’: la procura voleva l’arresto degli indagati, ma il gip ha respinto la richiesta
– Bufera in magistratura per le nomine, Cartoni e Lepre (Mi) si autosospendono: toccati dall’inchiesta su Palamara
– Camorra, faida a Scampia e Secondigliano: ricostruiti altri 4 omicidi, 12 ordinanze. Arresti per il boss Di Lauro e i ‘ribelli’
– Appalti e camorra, 7 arresti e sequestro di beni per 3 milioni nel Napoletano | Video
mercoledì, 5 Giugno 2019 - 10:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA